Ci sarebbe anche un italiano tra le milizie curde dell’Ypg che stanno combattendo il Califfato in Siria. Dovrebbe trattarsi di Davide Grasso, 36enne di Torino, ex attivista No Tav. Il ragazzo da alcuni mesi si è unito alla lotta contro gli jihadisti e in un video diffuso su Youtube ha chiesto al premier Matteo Renzi di interrompere “subito i rapporti con la Turchia”.
Grasso, vestito con mimetica e kefiah e armato di kalashnikov, combatte sul fronte di Raqq, roccaforte del Daesh in Siria. Nella clip protesta contro le operazioni militari svolte da Ankara nella zona, contestando in particolare l’invasione di Jarabulus e i bombardamenti a Menbij. L’uomo si rivolge poi ad alcuni politici italiani, tra cui Renzi, a cui chiede di “interrompere adesso ogni relazione commerciale, militare e diplomatica con lo Stato turco e dimostri così se davvero sta dalla parte di chi combatte i nemici dell’umanità”.
Critiche invece a Lady Pesc Federica Mogherini. “Sotto il suo mandato i rapporti dell’Unione Europea con la Turchia sono diventati sempre più imbarazzanti – ha spiegato – al punto che si vogliono regalare miliardi di euro al sultano Erdogan, proprio quello che fa massacrare i civili curdi entro i suoi confini, che fa arrestare migliaia di oppositori, che da anni appoggia tutti i gruppi più reazionari che agiscono in Siria compreso l’Isis”.
Sul suo profilo Facebook, racconta Tgcom24, Grasso ha pubblicato aggiornamenti sul conflitto, accusando la Turchia di aver utilizzato armi chimiche sugli abitanti di Menbij. “La Turchia ha attaccato le Fds e le Ypg a nord di Menbij, a Derbesiye, Amude e Derik, ha oltrepassato il confine con la Siria a Kobane dove ha colpito la popolazione civile, e ha compiuto un orribile massacro con armi chimiche sugli abitanti dei villaggi alla periferia di Menbij. Gli sforzi delle Forze Siriane Democratiche e delle Ypg di evitare un’escalation sono duramente messe alla prova e i compagni hanno dovuto rispondere sia contro l’esercito turco che contro le milizie che esso appoggia (che tra l’altro stanno saccheggiando i villaggi curdi della regione di Sheba). Le potenze mondiali che hanno dato il via libera all’invasione turca portano la responsabilità di ciò che accadrà”.