Un accordo per rispettare un cessate il fuoco per 48 ore è stato raggiunto tra le formazioni estremiste e le forze del regime di Bashar Al-Assad in Siria. A confermarlo è l’Osservatorio Siriano per i diritti umani che ha spiegato che la zona interessata è quella del Nord ovest del Paese, nella regione di Idlib e lungo la frontiera con il Libano. L’intesa, che riguarda in particolare la roccaforte ribelle di Zabadani e i villaggi a maggioranza sciita di Fouaa e Kafraya, vede protagonsti il gruppo islamico Ahrar al-Sham e i ribelli locali da un lato, e gli sciiti libanesi eed iraniani di Hezbollah – che combattono al fianco del regime di Damasco – dall’altro. Un ruolo fondamentale in questo accordo sembrerebbe che sia ricoperto proprio dall’Iran, infatti secondo quanto affermato ieri dal segretario di Stato Usa, John Kerry, Theran sarebbe disposta a partecipare ai negoziati per trovare una soluzione al conflitto. Inoltre il ministero degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif nella giornata di ieri si è recato in visita ufficiale in Libano dove in un incontro bilaterale si è discusso anche un piano per affrontare la crisi in Siria.
Sempre nella giornata di ieri lo Stato Islamico ha rilasciato 22 cristiani assiri che erano stati rapiti lo scorso febbraio nei villaggi nel Nord est della Siria, nei pressi della città di Hasaka. non è chiaro quanti ostaggi rimangano ancora nelle mani dei jihadisti, ma nel mese di febbraio furono oltre 150 le persone rapite. A confermare la liberazione dei cristiani assiri è Rami Abdularahman, il capo dell’osservatorio siriano per i diritti umani con sede nel Regno Unito.
Anche la federazione assira di Svezia, con a capo Afram Yakoub, ha confermato la liberazione dei prigionieri, ed ha sottolineato che si tratta di uomini e donne anziane. “Hanno problemi di salute, quindi crediamo si aquesto il motivo della loro scarcerazione, e perché sono anziani”.