Una delle giornate peggiori dall’inizio della guerra civile in Siria, come la definiscono alcuni attivisti indipendenti. Una pioggia di razzi su Damasco e su altre aree periferiche della capitale avrebbero causato complessivamente 70 morti e centinaia di feriti. Le autorità sono state costrette a ordinare la chiusura di scuole e università.
Un razzo ha colpito una chiesa a Zeituna, nella parte vecchia della città, mentre altri 3 sono caduti su una moschea e dieci nelle vicinanze degli Hotel Four Seasons e Cham Palace. Il quartiere a maggioranza cristiana è stato colpito da almeno cinque missili.
I bilanci dell’Osservatorio nazionale per i diritti umani parlano di un alto numero di donne e bambini tra le vittime ma il bilancio non è verificabile in maniera indipendente in quanto le autorità di Damasco e i gruppi armati dei ribelli impediscono ai giornalisti professionisti di procedere con il loro lavoro.
La guerra civile in Siria ormai al quarto anno ha causato la morte di 200.000 persone, oltre 3 milioni sono invece i rifugiati: è il risultato di un Paese crocevia di numerosi conflitti, principalmente piegato dallo scontro tra forze fedeli al presidente Bashar al Assad e un ventaglio di formazioni ribelli, comprese quelle dell’Isis e di al Qaida. Solo nel 2014 si calcolano 70 mila vittime, di questo passo, come denuncia l’Unicef, se non verrà messo fine al conflitto la vita di oltre 8,6 milioni di bambini nella regione sarà distrutta da violenze e sfollamento forzato.