La Turchia è ufficialmente entrata in guerra contro lo Stato Islamico, o almeno così dovrebbe essere. Se in cielo hanno iniziato a volare gli F-16 degli Usa con l’obiettivo di colpire postazioni dell’Isis, per quanto riguarda l’offensiva via terra Ankara ha deciso di attendere, almeno per ora, ad inviare le truppe nel Paese di Assad.
A dichiararlo è il Ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu, precisando però che l’opzione dovrebbe “restare sul tavolo”. L’atteggiamento restio della Turchia a intervenire contro i gruppi terroristici farebbe nuovamente sollevare le polemiche nei confronti del governo che non sembra fare abbastanza per combattere i fondamentalisti, anzi, spesso è stato accusato di favorire l’afflusso dei foreign fighters proprio attraverso il confine turco.
Nel frattempo gli Stati Uniti hanno smentito l parole del Sottosegretario agli Esteri turco Feridun Sinirlioglu, che alla Cnn aveva annunciato l’accordo tra Usa e Tuchia sulla cosiddetta “Siria safe zone”, un’area cuscinetto a nord del Paese, libera dalla presenza degli estremisti islamici e volta a favorire la lotta al Califfato. Secondo quanto dichiarato dal vice portavoce del Dipartimento di Stato USA Mark Toner, a riguardo non è stata raggiunta alcuna intesa, ma viene confermato l’impegno per mettere fine alla minaccia jihadista.