Le truppe filo governative siriane sono avanzate nelle ultime ore verso Dayr az Zor, l’ultimo bastione urbano nella Siria orientale, e hanno conquistato la cittadina di Sukhna, a metà strada tra Palmira e Dayr. Lo riferisce la tv di Stato che mostra immagini delle forze governative e delle milizie ausiliarie entrare a Sukhna esultando per la “liberazione” di una località a lungo in mano a forze ribelli. L’offensiva di Damasco verso Dayr az Zor si muove anche da nord-ovest, dalla regione a sud di Raqqa lungo il corso dell’Eufrate e verso il confine con l’Iraq. La regione è ricca di risorse idriche ed energetiche.
Intanto, secondo Sputnik, Damasco avrebbe “accusato la Coalizione internazionale a guida Usa in Siria di usare bombe al fosforo sulle aree residenziali e ospedali”. L’agenzia governativa siriana Sana ha aggiunto che “il governo siriano ribadisce la necessità di mettere fine a tali azioni“, in particolare “dopo il bombardamento dell’ospedale di Raqqa e di quartieri civili della città con fosforo bianco”, ricordando che l’uso di tali bombe è “vietato internazionalmente“.
Non si precisa il giorno in cui sarebbe stato effettuato il presunto bombardamento né si fornisce un numero di vittime. Il ministro degli Esteri siriano, Walid al Moallem, ha scritto al segretario generale delle Nazioni Unite e al Consiglio di sicurezza Onu, condannando i raid della Coalizione con l’uso di armi vietate sulle infrastrutture civili, sottolineando che la Coalizione Usa agisce in Siria senza il consenso del governo di Damasco e in violazione delle risoluzioni Onu. Moallem ha sollecitato il Consiglio di sicurezza Onu ad adempiere alle sue responsabilità per preservare la pace e la sicurezza.