Francia, Italia e Germania “vogliono far sentire la loro voce contro la situazione inaccettabile dal punto di vista politico e umano a Aleppo est“. Sono le parole del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni dopo l’incontro a Roma con i colleghi francese Jean-Marc Ayrault e tedesco Frank-Walter Steinmeier. I bombardamenti, soprattutto nelle ultime settimane, danno impressione che Bashar al-Assad abbia deciso di eliminare una intera area città con 300.000 abitanti. Questo, ha aggiunto Gentiloni, “è inaccettabile così come il sostegno dato a questo comportamento. Avevamo scommesso sulla possibilità di un contributo positivo della Russia influenzando il regime di Assad, dobbiamo prendere atto che non è stato così”.
La Russia è ai ferri corti, Stati Uniti a parte, soprattutto con la Francia, che ha accusato di non rispettare i patti per una soluzione del conflitto in sede Onu. Ayrault ha respinto le accuse al mittente, ricordando che la bozza di risoluzione presentata da Mosca non prevedeva la fine dei raid russo-siriani, “e questo non potevamo accettarlo”, ha aggiunto. Ma allontanando per il momento, l’ipotesi di sanzioni contro Mosca. “Per ora non vogliamo entrare in questa dinamica”, ha spiegato il ministro francese, che vuole attendere gli esiti di un’inchiesta Onu sulle responsabilità nella violazioni dei diritti umani e sull’uso di armi chimiche. Nel frattempo, la via resta quella di “insistere per un cessate il fuoco e l’invio di aiuti umanitari, e poi la ripresa del dialogo politico”.
“Le immagini che arrivano ogni giorno da Aleppo, ci ricordano che ne va della nostra credibilità morale e dobbiamo porre fine a queste morti”, ha sottolineato Steinmeier, puntando il dito contro il regime e chi lo sostiene, e assicurando che una soluzione militare non si troverà”. Sul fronte diplomatico, si registra un piccolo passo avanti, con la notizia che il segretario di Stato americano John Kerry e il russo Serghiei Lavrov si incontreranno sabato a Losanna, dopo la quasi totale rottura dei giorni scorsi. E la crisi siriana sarà al centro anche del prossimo Consiglio europeo della settimana prossima. Nel frattempo, però, ad Aleppo si continua a morire, con un nuovo raid che ha prodotto almeno 15 morti.