Dal 16 al 19 maggio a Ginevra si svolgerà il terzo round di colloqui intra-siriani tra governo e opposizione. Lo ha detto l’inviato speciale dell’Onu per la Siria Staffan de Mistura, evocando un nuovo approccio più “businnesslike” e pragmatico.
La riunione è stata indetta per la settimana prossima al fine di “battere il ferro finché è caldo” e quindi per ottimizzare alcuni risultati “potenzialmente promettenti” del recente incontro di Astana, organizzato da Russia, Turchia e Iran, sfociato in particolare in un’intesa per creare zone di de-escalation nel Paese in conflitto. “Vogliamo connettere per quanto possibile questi risultati con un orizzonte politico – ha spiegato De Mistura -. Sappiamo tutti che un cessate il fuoco o una de-escalation non funzionerà mai in assenza di un orizzonte politico a lungo termine“.
Nelle aree interessate dall’intesa di Astana si sono registrate, però, nuove violazioni del cessate il fuoco. La Turchia ne ha denunciate tre, mentre la Russia otto. Mosca, in ogni caso, “giudica stabile la situazione nelle zone della de-escalation”. Secondo il ministero della difesa si tratta di “episodi occasionali di spari con armi piccole sono stati registrati nei distretti controllati dai miliziani dei gruppi terroristici Jabhat al Nusra e Isis“.
Le forze curdo-siriane, sostenute dagli Stati Uniti, hanno intanto un inedito segnale di distensione alla Turchia, notoriamente ostile all’espansione territoriale nel nord della Siria dell’ala siriana del Pkk, formazione considerata “terrorista” da Ankara. In un comunicato citato dalla tv panaraba al Arabiya, le “Forze democratiche siriane“, una piattaforma composta da milizie curde e arabe ma dominate dall’ala locale del Pkk, hanno affermato di voler “stabilire relazioni di buon vicinato con la Turchia”. Quest’affermazione giunge in un clima teso tra Ankara, Washington e le forze curdo-siriane dopo che gli Usa hanno annunciato un maggior sostegno militare a queste ultime nel quadro della “lotta al terrorismo” dell’Isis nella Siria settentrionale confinante con la Turchia.