Prove di pace a Ginevra, nonostante gli attacchi dell’Isis a Damasco. Mohammed Alloush, capo ribelle siriano pro-saudita, arriverà oggi nella città elvetica nella veste di “capo negoziatore” dell’opposizione siriana nei colloqui di pace organizzati dall’Onu. Aloush è membro dell’Ufficio politico del gruppo di ispirazione salafita che Damasco considera ‘terrorista’. Nei colloqui di pace mediati dalle Nazioni Unite e condotti separatamente tra le parti, si cerca di trovare una soluzione anche alla crisi umanitaria, ma dopo l’attentato di ieri – avvenuto a sud della capitale presso il santuario di Sayyida Zeinab, luogo di sepoltura della nipote di Maometto meta di pellegrinaggio per gli sciiti e costato la vita a oltre 70 persone – il clima non è dei migliori. Non mancano infatti gli inevitabili scambi di accuse.
“L’attacco di Damasco – ha riferito il capo della delegazione del governo a Ginevra e rappresentante permanente della Siria alle Nazioni Unite, Bashar Jaafari, – dimostra il legame tra l’opposizione e il terrorismo”. Basta raid sulle zone controllate dai ribelli: è la risposta dell’opposizione giunta sabato in Svizzera. Fuori dai colloqui, inoltre, la principale formazione dei curdi siriani che ha lamentato di non aver ricevuto l’invito ufficiale. Nonostante il cammino verso una soluzione pacifica sia ancora lontano, ieri il ministro degli Esteri saudita Adel alJubeir e il suo collega turco Mevlut Cavusoglu si sono incontrati a Riad e hanno espresso comune sostegno all’Alto comitato negoziale.