Raggiunto l’accordo tra Russia e Turchia per un cessate il fuoco in Siria. L’annuncio è arrivato dall’agenzia ufficiale di Ankara, Anadolou, la quale precisa che l’intesa sarà ora sottoposta all’approvazione di Damasco e dei gruppi dell’opposizione siriana.
L’accordo
La tregua riguarda tutto il Paese e Ankara e Mosca “lavorano perché entri in vigore dalla mezzanotte” del 29 dicembre. Nello specifico viene imposto lo stop alle armi in tutte le “zone di combattimento tra le forze governative e quelle dei ribelli”. Esclusi dall’accordo i “gruppi terroristici“.
Il colloquio
Martedì i ministri degli esteri russo e turco, Serghei Lavrov e Mevlut Cavusoglu, avevano discusso nel corso di una conversazione telefonica la preparazione per l’incontro tra l’opposizione siriana e il governo ad Astana e i termini del cessate il fuoco in Siria. I capi della diplomazia avevano sottolineato la necessità di concordare al più presto sui “parametri pratici per porre fine alle azioni di combattimento, separare l’opposizione moderata dai gruppi terroristici e preparare l’incontro ad Astana su invito della leadership del Kazakistan per il lancio del soluzione politica in linea con la risoluzione del Consiglio di sicurezza 2254“.
Il quadro geopolitico
Geopoliticamente parlando l’accordo rappresenta l’ennesimo avvicinamento tra Turchia e Russia dopo un periodo di gelo seguito all’abbattimento di un su-24 dell’aviazione di Mosca da parte della contraerea di Ankara. Oggi i rapporti sono decisamente distesi. Troppo secondo gli Stati Uniti, che temono un indebolimento della Nato (di cui la Turchia è uno dei membri storici) in un’area strategica come quella del Medio Oriente.
Rapporti tesi
Anche perché in contemporanea le relazioni tra Ankara e Washington sono rapidamente peggiorate. Erdogan non perdona agli Usa la mancata estradizione di Fetullah Gulen, considerato l’ispiratore del golpe fallito lo scorso 15 luglio. In una conferenza stampa il capo di Stato turco ha tra l’altro accusato gli Stati Uniti di aver fornito sostegno ai gruppi jihadisti in Siria, Isis compreso. A ricevere supporto sarebbero stati, tra gli altri, le milizie curde Ypg (considerate terroriste dalla Turchia) che sono la forza principale tra le cosiddette Forze democratiche siriane (Sdf, a predominanza curda) e i curdi siriani del Pyd, che Ankara considera legati al Pkk. “Loro ci hanno accusati di sostenere il Daesh“, ha detto il presidente curdo citato dal Daily Star, ora “loro sostengono i terroristi inclusi il Daesh, l’Ypg, il Pyd”. “E’ molto chiaro – ha aggiunto – noi abbiamo le prove, con immagini, foto e video”.