Si contano 13 morti in un attentato kamikaze che ha colpito una sede delle forze curde dell’Ypg a Qamishli, nel Nord della Siria a ridosso del confine con la Turchia. Lo riferisce l’agenzia governativa Sana secondo cui nell’esplosione sono state ferite una cinquantina di persone, e importanti danni sono stati riscontrati nell’area circostante. Sebbene l’attacco non sia ancora stato rivendicato, fonti locali rivelano che si tratta con molta probabilità di un assalto agli uomini di al-Baghdadi.
Per la Siria è il secondo importante colpo in una sola giornata, a Palmira infatti proprio ieri è stato decapitato Khaled Asaad, l’archeologo 82enne ex capo della direzione generale dell’antichità e dei musei di quella che viene definita “la sposa del deserto”. L’uomo, tenuto sotto torchio dai jihadisti per quattro settimane affinché rivelasse dove aveva messo al riparo i reperti romani, è stato brutalmente ucciso e dopo aver mostrato l’esecuzione al pubblico, come scempio è stato appeso il suo corpo ad una colonna.
Solo pochi giorni prima, sempre ad opera dell’Isis, è stata annunciata la morte del leader di al Nusra, la branca siriana di al Qaeda. L’uomo, conosciuto con il nome di soprannominato Abu al-Azz, è stato ucciso mentre si trovava in un ospedale da campo a Dara’a. Dal 29 giugno 2014 il gruppo dello Stato Islamico ha annunciato la creazione di un califfato nei territori controllati tra la Siria e l’Iraq, nominando come proprio leader Abu Bakr al-Baghdadi. Da allora nel Paese si è verificata un’escalation di violenze, soprusi, e orrori che non sembra arrestarsi.