“Tanti gruppi hanno ucciso molti civili in Siria, ma nessuno ne ha uccisi di più del governo siriano, che continua a bombardare quartieri e torturare migliaia di detenuti”. E’ il duro attacco che il segretario generale dell’Onu, Ban Ki Moon, ha rivolto al presidente siriano Bashar al Assad durante il discorso in apertura dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Successivamente Ban Ki Moon ha lanciato un appello a “tutti quelli che hanno influenza a fermare i combattimenti e a dare inizio ai negoziati”. “La transizione politica è attesa da tempo, dopo così tanta violenza, il futuro della Siria non può rimanere nel destino di un solo uomo”, ha sottolineato il segretario generale dell’Onu, ribadendo che “non c’è soluzione militare alla crisi”.
Le parole di Ban Ki Moon arrivano dopo che nella giornata di ieri il governo di Damasco aveva comunicato l’interruzione della tregua in Siria – in corso dallo scorso 9 settembre dopo l’intesa tra Usa e Russia -, spiegando che la decisione, approvata dal Cremlino, era stata presa in seguito alla violazione del cessate il fuoco da parte dei ribelli. La tregua era stata concordata anche per permettere la creazione di alcuni corridoi che avrebbero permesso ai convogli della Mezzaluna Rossa di entrare nelle zone di conflitto per consegnare gli aiuti umanitari. Ma nella notte di ieri proprio una delle colonne di camion è stata il bersaglio di un raid aereo: 18 veicoli su 31 sono stati colpiti causando la morte di 12 operatori ed un autista. La paternità dell’attacco non è stata rivendicata, ma i ribelli non possiedono forza aerea.
E proprio la Siria, la Libia, le migrazioni e la Corea del Nord sono le grandi preoccupazioni con cui Ban Ki Monn ha dato il via alla sua ultima Assemblea Generale al Palazzo di Vetro. Infatti il prossimo 31 dicembre scadrà il suo mandato per ricoprire il ruolo di segretario generale all’Onu.