Il Sohr – l’Osservatore siriano per i diritti umani – è in grado di documentare la morte di 313 civili dall’inizio del 2014 al 26 dicembre scorso. La causa dei decessi sarebbe la mancanza di cibo e medicine, perché le truppe del regime di Assad hanno imposto un blocco sulle aree delle province di Damasco, Homs e Daraa. Il bilancio delle vittime comprende 101 bambini e 34 donne; la maggior parte di loro sono morti nella zona del Ghota orientale che è sotto assedio da un anno e mezzo.
Nonostante che il Consiglio delle Nazioni Unite abbia adottato all’unanimità il 22 febbraio scorso la risoluzione n. 2139 che chiede a tutte le parti in conflitto – in particolar modo alle autorità siriane – di consentire alle agenzie umanitarie dell’Onu e dei suoi partner esecutivi di arrivare a quelle persone che sono nel bisogno in modo rapido, sicuro e senza eventuali ostacoli attraverso le linee di conflitto e transfrontaliera, il regime siriano continua a imporre un blocco su diverse aree, specialmente quella del Ghota orientale abitata da migliaia di persone, in un testa a testa con le Nazioni Unite.
Il Sohr chiede al consiglio delle Nazioni Unite di inviare il rapporto sui crimini di guerra e contro l’umanità commessi da Assad contro il popolo siriano alla Corte penale internazionale. Chiede, inoltre, che le due organizzazioni di Mezzaluna Rossa e Croce Rossa, nonché tutte le organizzazioni internazionali di soccorso che sono in grado di lavorare all’interno della Siria, abbiano il permesso di entrare nelle zone sotto assedio per poter portare tutte le forniture di cibo e medicinali necessarie alla popolazione ormai allo stremo.