Hans-Georg Maassen, capo dei servizi segreti tedeschi, finisce nell'occhio del ciclone per la presunta vicinanza con il mondo dell'estrema destra.
Il caso
Tutto nasce prima delle tensioni di Chemnitz, in Sassonia, sfociate in una vera e propria caccia all'immigrato. Maassen avrebbe incontrato numerose volte vari esponenti di vertice del partito dell'ultradestra Afd, tra cui la ex leader Frauke Petry e l'attuale capopartito Alexander Gauland. Incontri durante i quali Maassen avrebbe concesso “vere e proprie consulenze politiche alla Afd“, come ha per esempio rilevato un esponente di punta dei liberali, Benjamin Strasser. Non solo. Maassen aveva sostenuto in particolare che un video che testimoniava di una feroce “caccia all'uomo” contro degli stranieri fosse un falso, e questo dopo che Merkel aveva già preso duramente posizione dopo i fatti in Sassonia e senza aver compiuto le necessarie verifiche del caso, dunque soffiando sul fuoco in una situazione già incandescente e sostanzialmente finendo per dar manforte alle tesi di neonazisti e Afd in marcia a Chemnitz.
Governo in affanno
I Verdi con il loro leader Robert Habeck, ne hanno chiesto le dimissioni e un “nuovo inizio” per i servizi interni del Bfv. La presidente della Spd, Andrea Nahles, ha detto di “dubitare seriamente che Maassen sia adatto al suo incarico” e ora anche i liberali della Fdp hanno chiesto “chiarezza” sui suoi comportamenti.
Un caso sempre più scottante, quasi una bomba a orologeria per il governo di Grosse Koalition guidato da Angela Merkel, dato che incide anche sui rapporti tra la cancelliera e il suo ingombrante ministro degli Interni, il bavarese Horst Seehofer. “Dobbiamo chiarire se Seehofer abbia appoggiato le precipitose dichiarazioni di Maassen per danneggiare la cancelliera”, ha detto il portavoce del gruppo parlamentare Fdp al Bundestag Konstantin Kuhle. La questione, secondo i liberali, è che l'ipotetico “conflitto” tra il ministero degli Interni e Merkel potrebbe rappresentare “un rischio per la sicurezza interna del Paese“.
Conferme
A rendere ancor più scomoda la posizione di Maassen sono arrivate le dichiarazioni del leader dell'Afd Gauland, che parla di ben tre incontri con il capo degli 007: in particolare, sarebbe stato Maassen a chiedere a Gauland se fosse disponibile “ad una chiacchierata“. Anche se non ci sarebbero stati “consigli” di alcun genere, l'esponente dell'Afd gli avrebbe chiesto di indagare circa un ipotetico “infiltrato russo” nel partito. Due settimane dopo, Maassen avrebbe fatto sapere di non aver avuto riscontri in proposito.