Il governo australiano perde pezzi. Il vicepremier Barnaby Joyce si è dimesso dopo essere stato travolto dallo scandalo per aver messo incinta la sua addetta stampa, a cui si sono aggiunte le accuse di molestie sessuali rivoltegli da una donna del West Australia.
Passo indietro
In una conferenza stampa a Armidale, il 50enne politico conservatore ha lasciato anche la guida del National Party, dopo che due deputati del partito ne avevano preso le distanze. A fermare la carriera di Joyce, sposato da 24 anni e da sempre impegnato nella difesa dei valori della famiglia tradizonale, è stata la love story con la sua ex addetta stampa, Vikki Campion, 33 anni. Il caso aveva messo dura prova l'alleanza tra il National party e i liberali del premier Malcolm Turnbull, il quale aveva introdotto una direttiva per vietare i rapporti sessuali tra ministri e i propri assistenti mentre Joyce aveva presentato le scuse pubbliche alla moglie, alle quattro figlie, agli elettori e a Vikki.
Gli altri guai
L'estate scorsa, tra l'altro, Jones si era già dovuto dimettere da deputato. In quella circostanza si era scoperto che il leader conservatore, oltre a quella australiana, aveva anche la cittadinanza neozelandese. Un doppio status espressamente vietato dalla Costituzione per chi siede in Parlamento. La sua elezione avvenuta nel 2016 era stata annullata, e dopo la rinuncia alla seconda cittadinanza era stata organizzata l'elezione suppletiva, il 2 dicembre, che aveva vinto. Questa relazione con l'addetta stampa, perà, ha effetti dirompenti, oltre che in famiglia, nel governo che nel partito. Perchè Joyce è un accanito sostenitore della famiglia tradizionale. Dopo la rivelazione della gravidanza della Campion, Natalie, la moglie di Jones, aveva rilasciato interviste in cui si era detta “profondamente rattristata dalla notizia“, ancor più grave perché Campion all'epoca in cui avviò la relazione era una sua dipendente.