Il premier libanese Saad Hariri si è ufficialmente dimesso oggi dal suo incarico. L'annuncio è stato trasmesso in diretta dall'emittente araba Al Arabiya poichè Hariri si trova in questo momento in Arabia Saudita. Questa è la sua seconda visita, in cinque giorni, nel Paese sunnita.
Contro l'Iran
Nella sua dichiarazione, l'ormai ex premier ha accusato l'Iran sciita di ingerenze nella politica del mondo arabo. “Il braccio dell'Iran nella regione sarà tagliato”, ha detto attaccando Hezbollah. Hariri era stato nominato primo ministro alla fine del 2016 e, fino ad oggi, ha guidato un governo di unità nazionale formato da 30 membri tra cui anche componenti di Hezbollah, il “Partito di Dio”, un'organizzazione libanese nata nel giugno del 1982 e divenuta successivamente il partito politico sciita del Libano.
Paura di morire
Nel suo discorso di dimissioni Hariri ha lasciato intendere di temere per la propria vita e di aver percepito oggi in Libano la stessa tensione che c'era prima dell'assassinio di suo padre Rafiq Hariri, avvenuto nel 2005: “Stiamo vivendo in un clima simile all’atmosfera che c’era prima dell’assassinio del martire Rafiq Hariri. Ho capito che c’è una trama per attentare alla mia vita”.
Rafiq Hariri
Il 14 febbraio 2005 Rafiq al Hariri fu ucciso, insieme ad altre 21 persone, mentre la sua auto passava davanti all'Hotel St. George a Beirut. Insieme a lui morirono alcune delle sue guardie del corpo e il suo amico ed ex Ministro dell'Economia Bassel Fleihan. Quale mandante dell'omicidio, venne chiamato in causa il governo siriano a causa dei pubblici attriti tra Hariri e Damasco che avevano preceduto le sue dimissioni, avvenuta pochi giorni prima dell'attentato.