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Sì di Tobruk alla road map dell'Onu

Il parlamento di Tobruk ha approvato la roadmad elaborata dall'inviato speciale dell'Onu in Libia, Ghassan Salamè, per spianare la strada a un nuovo governo di intesa nazionale più compatto e a elezioni. Si tratta di sviluppo che però sembra rivelare una cesura tra lo schieramento politico-parlamentare della Cirenaica e l'uomo forte della stessa area, il generale Khalifa Haftar.

Il sì di Tobruk

Il Parlamento di Tobruk “ha votato a maggioranza in favore della formula unificata di modifica dell'accordo politico che è stato presentato dall'inviato dell'Onu per la Libia, Ghassan Salamé”, ha annunciato il sito della Camera dei rappresentanti, l'Hor, che per quasi due anni si è rifiutato di avallare l'intesa raggiunta nel dicembre 2015 a Skhirat, in Marocco. Il rifiuto era dovuto al controllo delle forze armate che l'Accordo politico libico attribuisce al Consiglio presidenziale guidato, da Tripoli, dal premier Fayez Al Sarraj.

Piano d'azione

La roadmap, meglio conosciuta come “piano d'azione” era stato presentato da Salamé il 20 settembre 2017 e adottato dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Il piano prevede la nascita di un Consiglio presidenziale a tre (quante sono le principali anime geografico-tribali della Libia) che abbia le funzioni di capo di Stato con quasi le stesse prerogative attuali ma concentrate in un presidente e due vice invece dei nove componenti esistenti ora, ricorda l'agenzia Ap. In più è previsto un nuovo governo, più coeso di quello attuale, da formare prima dello svolgimento di una conferenza nazionale. Il Consiglio presidenziale deve nominare un premier una settimana dopo la sua costituzione e il primo ministro un governo in due settimane: questo almeno il piano. L'agenzia cita il portavoce del parlamento per sostenere che è stato approvato anche il controverso articolo 8 dell'accordo, quello che attribuisce il controllo delle Forze armate al Consiglio presidenziale, togliendo questa prerogativa all'Hor: ci sarebbe quindi una frattura tra Haftar e il parlamento. 

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