Ventidue giorni di stop, mai successo prima nella storia degli Stati Uniti. Un record negativo quello dello shutdown dell'era Trump, con le attività del governo ferme a oltranza e con nessuna possibilità concreta all'orizzonte che la situazione possa sbloccarsi in tempi brevi. Nella giornata di ieri, con il presidente a fare marcia indietro sulla dichiarazione dello stato di emergenza (inizialmente vista come la soluzione per convincere i democratici ad avallare il finanziamento per il muro al confine con il Messico), sono arrivate le prime ripercussioni effettive sull'amministrazione repubblicana, finita nel mirino del sindacato dei dipendenti federali che, venerdì, sono rimasti per la prima volta senza stipendio, con tutte le conseguenze del caso sulle vite quotidiane dei contribuenti. E, nel frattempo, anche i traffici aerei stanno riscontrando problemi, entrati in crisi (Miami in primis) per mancanza di dipendenti. E, sempre ieri, i sindacati dei dipendenti federali hanno fatto causa al governo per la violazione del Fair labor standards act.
Stallo a oltranza
Lo stallo americano è anche e soprattutto istituzionale: i democratici, che ora comandano alla Camera, hanno fatto muro sulla richiesta di un finanziamento di 5,7 miliardi di dollari per la barriera al confine messicano e tutti i tentativi di mediazione effettuati finora si sono risolti con un nulla di fatto. Ecco perché, a ora, non sembrano esserci soluzioni in grado di risolvere l'impasse, a meno che una delle due parti non decida di fare un passo indietro. Possibilità che comunque appare lontana, visto che i democratici non hanno intenzione di allentare la presa sul “no” ai 5,7 miliardi e il presidente che accantona momentaneamente lo stato di emergenza convinto di riuscire a convincerli. Del resto, anche lo stato di emergenza avrebbe incontrato più difficoltà di quanto possa sembrare visto che, assieme alla dichiarazione, Trump avrebbe dovuto fornire motivazioni inattaccabili e incontrare il voto favorevole del Congresso. La decisione di attingere da fondi destinati ad altre emergenze, inoltre, sembrava non aver convinto nemmeno i repubblicani.