Niente stato di emergenza, almeno non ora. Anche perché, al momento, di questioni urgenti ce ne sono diverse per Donald Trump, tutte legate allo shutdown, che prosegue a oltranza con tutto il suo carico di incertezze. E ora anche di certezze, visto che il blocco del governo ha prodotto la prima conseguenza tangibile: i sindacati dei dipendenti federali, infatti, hanno fatto causa al governo americano per lo shutdown, in quanto lo stallo viola le leggi sul lavoro perché richiede ai dipendenti ritenuti ''essenziali '' di continuare a lavorare senza stipendio. Un plico di 19 pagine che arriva alla Casa Bianca lasciando non poche gatte da pelare all'amministrazione repubblicana che, forse, non si aspettava uno stallo di governo così lungo che non manca di creare anche ulteriori problemi come la chiusura di un terminal dell'aeroporto di Miami per carenza di personale.
L'azione legale
Ma è l'azione legale che preoccupa Trump, nella quale i sindacati accusano il governo, dunque, di aver violato il Fair labor standards act, ovvero la garanzia del pagamento degli straordinari e del salario minimo ai dipendenti che proseguono regolarmente il loro lavoro: ''In questo Paese – ha spiegato il sindacalista Randy Erwin, della Nationa federation of Federal employees – quando un lavoratore svolge le sue funzioni giornaliere, ha il diritto a un giorno di compenso'. Questo è il modo in cui la gente si occupa delle proprie famiglie. A causa del caos che questo spreco di shutdown sta causando, il governo sta cercando di pagare i dipendenti con dei 'pagherò'. Con questa causa noi diciamo: 'No, non potete pagare i dipendenti con dei pagherò. Per noi così non funziona'''.
I costi dello shutdown
Una situazione complicata per Donald Trump, che ha accennato alla retromarcia sulla dichiarazione dello stato di emergenza proprio nel momento in cui il prolungamento dello shutdown inizia a provocare i primi effetti. A ogni modo, almeno su questo punto (lo stato di emergenza) il Tycoon si dice (abbastanza) sicuro: “Sarebbe una soluzione facile per me dichiarare l'emergenza nazionale, ma non lo farò così velocemente”. Questo perché si dice convinto che il muro al confine messicano e la sicurezza nella stessa zona “siano qualcosa che il Congresso può fare”. Anzi, si deve fare: “La barriera d'acciaio, o il muro, avrebbe dovuto essere costruita dalle precedenti amministrazioni molto tempo fa. Non lo hanno fatto, io lo farò''. Ma, come detto più volte, c'è ancora lo shutdown che, secondo Standard&Poor's, è costato finora 3,6 miliardi di dollari (1,2 miliardi a settimana). Dovesse prolungarsi un altro paio di settimane, supererebbe i costi del muro.