Proseguono le polemiche in Israele per la parole sulla Shoah del presidente palestinese Abu Mazen, secondo cui le persecuzioni subite dagli ebrei durante il 900 sarebbero avvenute per colpa degli ebrei stessi.
Accuse
Il presidente della Knesset, Yoel Edelstein (Likud) ha qualificato oggi Abbas come ''un antisemita'' ed un ''negatore della Shoah''. Secondo Edelstein il presidente dell'Anp ''resterà impresso nei libri di Storia come un negatore della Shoah, un razzista e un sobillatore''. Reazione indignata anche da parte dell'ambasciatore Usa in Israele, David Friedman, che ha scritto su twitter: ''Abu Mazen ha toccato il fondo attribuendo la causa dei massacri del popolo ebraico nel corso degli anni al loro 'comportamento sociale legato a tassi di interesse e alle banche'. Tutti quelli che pensano che Israele sia la causa della mancanza di pace nella Regione – ha concluso – dovrebbero meditarci''. Per il ministero israeliano degli Esteri, Abu Mazen si è espresso “in una maniera che può essere definita solo come antisemita e negazionista della Shoah”. Si tratta, prosegue il comunicato, di affermazioni da respingere “con disgusto” e che “accusano gli ebrei del desiderio di distruggere se stessi”. Dichiarazioni – ha continuato – che “usano stereotipi ed accuse proprie del lessico del classico antisemitismo“.
Le parole di Abbas
“In Europa orientale e occidentale gli ebrei sono stati periodicamente massacrati nei secoli, fino
all'Olocausto”, aveva detto Abu Mazen. “Ma perché questo è accaduto?. Loro dicono: 'E' perché siamo ebrei'. Vi porterò tre ebrei, con tre libri, che dicono che l'odio verso gli ebrei non è causato della loro identità religiosa, ma dalle loro funzioni sociali. E' un problema differente. Quindi la 'questione ebraica', che era diffusa in tutta Europa, non era diretta contro la loro religione, ma le loro funzioni sociali, legate all'usura, all'attività bancaria e simili”.