Impensabile aspettare fino a gennaio, il voto non si può rinviare. Questo ha pensato Jeremy Corbyn, leader dei laburisti, quando ha deciso di presentare la mozione di sfiducia contro Theresa May. Un atto che ha seguito quasi di rimando la scelta della premier di posticipare il voto del Parlamento sul dossier della Brexit approvato dai 27 portando, secondo Corbyn, il Paese sull'orlo di una crisi nazionale. Ora resta da capire se vi sia il tempo o meno per il voto di sfiducia (che sarebbe il secondo nel giro di pochissimi giorni, il primo presentato da una forza d'opposizione). A questo va aggiunto che la mozione non riguarda il governo in sé ma esclusivamente la premier in carica, nella quale Corbyn ha dichiarato di “non avere fiducia a causa della sua incapacità nel garantire alla Camera dei Comuni di avere subito un voto significativo sull'accordo Brexit”.
Mozione singola
Il punto, ora, sta proprio in quella divergenza: May ha rispedito, secondo la Bbc, la palla ai mittenti Labour, di fatto sfidandoli a presentare una mozione di sfiducia non solo contro di lei ma contro l'esecutivo intero. Contrariamente a quanto succederebbe in caso di un voto rivolto al solo Primo ministro, una mozione presentata contro il governo potrebber portare, in caso di sostegno da parte di maggioranze parlamentari, anche a un voto anticipato. In ogni caso, anche restando sul voto singolo, i laburisti calerebbero un carico pesante sulla premier britannica che, nonostante sia riuscita a superare lo scoglio della fiducia mosso dai Tories, appare tuttora in fase di annaspamento. Anche per questo Corbyn potrebbe puntare sulla mozione contro il governo qualora (come probabile secondo i Lab) il progetto Brexit dovesse naufragare.
Il piano Lab
Nonostante le pressioni di varie branche del Parlamento, dall'Snp ai Lib Dems, fino al Plaid Cymru e i Verdi , affinché i laburisti procedessero con la mozione contro il governo, Corbyn è stato chiaro: l'obiettivo è esercitare pressione sulla premier, affinché si convinca ad anticipare il voto ai prossimi giorni e non fra un mese, come annunciato solo poche ore fa. E il leader Labour ha lanciato anche un monito che, al netto di come si metteranno le cose, si apre a diverse interpretazioni: “La Camera deve andare avanti con il voto e passare a considerare le alternative realistiche”. Un modo, forse, per dire che il voto è già scontato e che in casa Lab sono già al lavoro sul dopo May e sul nuovo progetto di Brexit.