Seul ha elogiato gli sforzi della Cina per l'impegno profuso per la denuclearizzazione della penisola coreana. Lo ha detto il consigliere per la Sicurezza Nazionale sud-coreano, Chung Eui-yong, lo stesso funzionario che giovedì scorso, dopo un incontro alla Casa Bianca con il presidente Usa, Donald Trump, aveva annunciato l'incontro tra lo stesso Trump e Kim, entro maggio prossimo.
L'incontro
Chung ha incontrato il massimo rappresentante di Pechino, Yang Jiechi, all'inizio di un viaggio di due giorni che lo porterà anche davanti al presidente cinese, Xi Jinping. Il presidente sud-coreano, Moon Jae-in, ha spiegato Chung, “ritiene che i progressi verso il raggiungimento dell'obiettivo della pace e della denuclearizzazione della penisola coreana siano stati fatti con il sostengo attivo e con il contributo del presidente Xi Jinping e del governo cinese”, ha detto Chung al suo interlocutore. “La Cina è impegnata negli sforzi per la denuclearizzazione della penisola coreana, nel mantenimento della pace e della stabilità e nella risoluzione delle cose attraverso il dialogo e i negoziati”, ha ribadito Yang, che ha chiesto a tutte le parti coinvolte di “insistere nel risolvere la questione politicamente“.
Attese
Contemporaneamente alla visita di Chung a Pechino, anche un altro funzionario della Sicurezza sud-coreano, il capo dell'agenzia di spionaggio di Seul, Suh Hoon, è in missione. Suh è a Tokyo, dove ha incontrato il ministro degli Esteri giapponese, Taro Kono, e dove è previsto anche un incontro con il primo ministro, Shinzo Abe. I prossimi due mesi saranno fondamentali, per la Corea del Sud, per raggiungere la denuclearizzazione della penisola coreana. “Ci saranno importanti cambiamenti dopo i summit tra Nord e Sud Corea e tra Corea del Nord e Stati Uniti”, ha dichiarato Moon durante l'incontro settimanale con il suo staff. “Se dovessimo avere successo ci saranno drammatici cambiamenti nella storia mondiale e la Repubblica di Corea”, il nome ufficiale della Corea del Sud, “ne avrà avuto il ruolo principale”.
Cautela
Pyongyang, intanto, è cauta sul summit Trump-Kim, e dai media del regime di Kim Jong-un, non traspaiono segnali visibili di un assenso ai colloqui previsti per maggio prossimo, anche se la retorica anti-statunitense della stampa ufficiale nord-coreana si è notevolmente allentata nelle ultime settimane. La cautela è stata notata, a Seul, anche dal portavoce del ministero per l'Unificazione delle due Coree, Baik Tae-hyun, che ha confermato l'assenza di risposte ufficiali da parte del regime di Pyongyang al previsto incontro tra Kim e Trump. “La Corea del Nord sembra avere bisogno di più tempo e sta prendendo un approccio cauto nel fissare la propria posizione“, ha dichiarato il portavoce di Seul.