Oltre 3 mila persone sono morte in Siria lo scorso settembre: il bilancio più grave dall’inizio dell’anno, secondo quanto documentato dall’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), un’organizzazione basata all’estero ma che si avvale nel Paese martoriato dalla guerra di una fitta rete di attivisti e ricercatori.
Secondo l’Ondus lo scorso mese nel conflitto sono rimasti uccisi 995 civili. Tra questi, afferma l’organizzazione, la stragrande maggioranza (il 70%) sono morti nei raid aerei russi e governativi, o da bombardamenti della Coalizione anti-Isis a guida Usa. Tra i morti si contano 207 minori, tra cui molti bambini. Tra le file degli uomini armati, 790 sono i morti tra i miliziani filo-governativi, più di 700 tra i jihadisti dell’Isis e di al Qaida, e 550 tra i vari gruppi dell’insurrezione siriana anti-governativa.
In precedenza l’organizzazione Human Rights Watch in un nuovo rapporto aveva denunciato il reclutamento di bambini afgani immigrati in Iran da parte del Corpo delle guardie rivoluzionarie iraniane (Irgc). Ragazzi, perfino di soli 14 anni, hanno combattuto nella divisione Fatemiyoun, un gruppo armato afghano sostenuto da Teheran e che combatte con le forze governative in Siria, ha aggiunto Hrw sottolineando che “secondo la legge internazionale, reclutare bambini sotto i 15 anni per farli partecipare attivamente alle ostilità rappresenta un crimine di guerra“.
Intanto il segretario generale della Lega Araba, Ahmed Aboul Gheit, ha ricevuto l’ambasciatore Ramzi ezz el din Ramzi, vice-emissario dell’Onu in Sira, che lo ha informato sugli ultimi sviluppi della crisi siriana sul piano politico e sul terreno. Il portavoce del segretario generale, il ministro Plenipotenziario Mahmoud Afifi, ha reso noto che l’incontro è stato incentrato sui pericoli e sulle opportunità per la soluzione della situazione in Siria. Il portavoce ha aggiunto che Aboul Gheit è stato informato degli sforzi delle Nazioni Unite per riprendere i negoziati di Ginevra nel più breve tempo possibile.