Noi prevediamo di ricevere un supporto concreto dall'Italia, i libici non dimenticheranno quei Paesi che durante questa crisi si sono dimostrati amici”. Lo ha detto il presidente libico riconosciuto dall'Onu Fayez al Serraj in un'intervista esclusiva a Sky TG24, in onda alle 19.30 su Sky TG24 Mondo. “Se la guerra continuerà a Tripoli – ha continuato – ci saranno sicuramente conseguenze, a cominciare dall'immigrazione illegale. Non sarà possibile controllare il flusso dei migranti verso l'Italia. Tutti i migranti inoltre vorranno cercare un posto sicuro e saliranno sui 'barconi della morte' per cercare di raggiungere i porti più vicini in Europa” Serraj ha quindi sottolineato un aspetto preoccupante, ossia che “c'è inoltre il rischio terrorismo: se la guerra continuerà, oltre centomila sfollati lasceranno Tripoli e non saranno controllati“. Ha quindi proseguito rilevando che “è ingiusto continuare questo embargo militare, nessuno ci aiuta, mentre dall'altra parte continuano ad arrivare rifornimenti militari. Ci deve essere giustizia: l'embargo deve essere per tutti o per nessuno“.
A Tripoli è fase di stallo
Come ha spiegato l'esperto giornalista di guerra Fausto Biloslavo, nel corso di un convegno di ieri al Senato, la situazione bellica nel Paese nordafricano è in queste ore “di totale stallo”, in quanto “dopo due mesi di combattimenti nei pressi di Tripoli, le truppe del generale Haftar (sostenute da Francia, Egitto e Russia, ndr) non sono riuscite a dare la spallata ai miliziani che appoggiano il governo Serraj (riconosciuto dall’Onu e dall’Italia, ndr)”. Biloslavo ha poi lanciato l'allarme sugli sbarchi di piccoli barchini, sui quali spesso ci sono uomini armati, che riescono a partire alla volta delle coste settentrionali del Mediterraneo nonostante i pattugliamenti della Guardia costiera libica. “È vero che gli arrivi sono calati dell’85% in un anno, ma magari ci sono altri ‘sbarchi fantasma’ più preoccupanti”, le parole dell'inviato di guerra.