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Sei giornalisti condannati all'ergastolo

Se la Turchia aspira (ma a questo punto è lecito dubitarne) ad entrare nell'Unione Europea la notizia che arriva da Istanbul sembra allontanare il regime di Ankara da Bruxelles. Si temeva infatti la condanna all'ergastolo nei confronti della giornalista veterana Nazli Ilicak, dei fratelli Mehmet e Ahmet Altan, rispettivamente accademico e scrittore, e di altri tre imputati e la condanna è puntualmente arrivata, decretata da un tribunale di Istanbul. I sei sono finiti in manette un anno e mezzo fa, nell'ambito delle indagini scaturite in seguito al golpe fallito in Turchia il 15 luglio 2016. Giornalisti e intellettuali erano accusati di far parte della rete golpista di Fetullah Gulen e di aver utilizzato la propria attività giornalistica per lanciare messaggi per conto dell'organizzazione di Gulen, miliardario e ideologo islamico ritenuto la mente del golpe.

Le accuse

I sei condannati all'ergastolo “aggravato” erano accusati di aver tentato di “rimuovere l'ordine costituzionale” sostenendo la presunta rete golpista. Ahmet Altan, ex direttore del quotidiano Taraf, è tra i più noti giornalisti turchi. Il fratello Mehmet è professore universitario di economia e scrittore. Ilicak, anch'essa nota reporter e commentatrice, ha scritto in passato per il giornale dei “gulenisti”, Zaman, oggi chiuso. Tutti erano già in custodia cautelare in carcere da oltre un anno, accusati tra l'altro di aver inviato in una trasmissione tv “messaggi subliminali” di propaganda a favore del tentativo di putsch del 15 luglio 2016, poco prima che avvenisse. Gli altri condannati sono Sukru Tugrul Ozsengul, Yakup Simsek e Fevzi Yazici. Gli imputati si erano dichiarati innocenti. Il mese scorso, due diversi tribunali locali di Istanbul si erano rifiutati di dare seguito a una decisione della Corte costituzionale turca, che aveva ordinato il rilascio di Mehmet Altan insieme a un altro giornalista veterano, Sahin Alpay, anch'egli accusato di sostegno a Gulen. Il braccio di ferro giudiziario aveva suscitato nuove polemiche sulle garanzie dello stato di diritto in Turchia.

Libero il corrispondente del “Welt”

Intanto è stato liberato il corrispondente del quotidiano tedesco Die Welt, Deniz Yucel. Lo ha confermato il ministero degli Esteri tedesco. Il giornalista era stato incarcerato un anno fa con l'accusa di terrorismo, ma non era stato ancora formalizzato un rinvio a giudizio. Ieri il primo ministro turco, Binali Yildirim, aveva incontrato la cancelliera tedesca, Angela Merkel, a Berlino e il caso Yucel era stato affrontato nel corso dei colloqui tra i due capi di governo. La sua scarcerazione è stata ordinata dai giudici, ma al momento Yucel non risulta ancora liberato. La notizia viene confermata su Twitter anche dalla moglie, che il giornalista ha sposato durante la detenzione. Il suo caso aveva provocato forti tensioni tra Ankara e Berlino. Il presidente Recep Tayyip Erdogan lo aveva accusato pubblicamente di essere un “agente” tedesco. Il ministro degli Esteri tedesco, Sigmar Gabriel, ritiene che il reporter potrà lasciare presto la Turchia.

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