Si profila un nuovo caso migranti all'orizzonte, dopo che la nave “Alan Kurdi” della ong tedesca Sea Eye ha soccorso 64 persone al largo della Libia, lanciando poi un appello affinché le sia garantito un porto sicuro. Il salvataggio è avvenuto qualche ora fa nel Sar libico, dove il gommone era stato segnalato in difficoltà da un'allerta di Alarm Phone, a sua volta avvisato dall'imbarcazione, in quel momento alla deriva al largo di Zuwarah. Dopo aver recuperato i migranti a bordo, dalla Sea Eye è stato condiviso un tweet nel quale si affermava che i 64 erano “tutti al sicuro sulla nave”: fra loro, a quanto pare, ci sarebbero anche 10 donne e 6 bambini. Poco dopo, Sea Eye ha postato anche un video su Facebook nel quale ha mostrato i migranti soccorsi dapprima sul gommone e, successivamente, sulla nave.
Rischio stallo
Sembra che la segnalazione di Alarm Phone non abbia trovato riscontro dalle autorità interessate, mentre la “Alan Kurdi” si è diretta immediatamente verso il punto indicato, peraltro unica imbarcazione di organizzazioni umanitarie presenti in zona in quel momento. Ora bisognerà capire quale direzione prenderà la nave e se, nei prossimi giorni, si giungerà a un nuovo caso che possa costringere equipaggio e migranti a restare per giorni in mezzo al mare. Non solo Italia e Malta ma anche dalla Libia è arrivato l'altolà all'ingresso di navi ong nelle acque territoriali, con il portavoce della Marina libica, l'ammiraglio Ayob Amr Ghasem, a rimarcare nettamente che “in caso di violazione della sovranità del nostro Paese, risponderemo conformemente al diritto internazionale”.
Altolà di Salvini
Lo stop immediato è arrivato anche dall'Italia, con il ministro dell'Interno Matteo Salvini a sottolineare l'appartenenza alla Germania della ong e, quindi, dell'imbarcazione: “Nave battente bandiera tedesca, Ong tedesca, armatore tedesco e capitano di Amburgo. È intervenuta in acque libiche e chiede un porto sicuro. Bene, vada ad Amburgo”.