Si aggrava la situazione ad Aleppo est, devastata dai raid governativi contro i ribelli e l’Unicef torna a lanciare l’allarme. “Ci sono migliaia di persone ancora in trappola ad Aleppo est, senza via di uscita, che devono essere messe in salvo – ha detto Andrea Iacomini, portavoce di Unicef italia – dalla furia dei bombardamenti che uccidono ogni giorno bambini e radono al suolo scuole e ospedali. Chiediamo con forza un piano di evacuazione dei civili con l’accordo di tutte le forze in conflitto, senza alcuna distinzione, che risparmi ulteriori sofferenze a questo popolo”.
Nelle ultime ore quaranta persone hanno perso la vita in Siria: cinque minori, tra bambini e adolescenti, sono morti in un bombardamento di artiglieria su una scuola nel sud del Paese, in un’area controllata dalle forze governative, mentre almeno 16 civili sono morti in raid aerei su Aleppo est, parte della città controllata dagli insorti. La cronaca della giornata di martedì si era aperta con la notizia di un’autobomba esplosa a Manbij, nel nord del Paese, nella cittadina ex roccaforte dell’Isis tra Aleppo e l’Eufrate e ora controllata dalle forze curde sostenute dagli Stati Uniti. Nell’esplosione sono morte 11 persone e l’attentato è stato rivendicato in seguito dall’Isis, anche se non è possibile verificare in maniera indipendente l’autenticità della rivendicazione.
Almeno cinque jihadisti sono invece morti a causa dell’ esplosione di un ordigno artigianale posto sul ciglio della strada nel sud della Siria, nella zona al confine tra le regioni meridionali di Daraa e Suwayda, alla frontiera con la Giordania. L’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) non ha fornito al riguardo ulteriori dettagli. I cinque minori uccisi nella scuola si trovavano in classe nell’istituto scolastico di Daraa, città contesa tra governativi e insorti.