Israele ha annunciato l’uccisione dei due militanti palestinesi considerati responsabili del rapimento e della morte dei tre ragazzi israeliani che, la scorsa estate, innescarono le tensioni che portarono al nuovo conflitto a Gaza. Amer Abu Aisha e Marwan Qawasmeh erano stati localizzati nella zona di Hebron, la principale città palestinese nel sud della Cisgiordania.
Le forze speciali hanno circondato la casa a due piani dove i due uomini si nascondevano ed hanno ucciso i sospetti nel corso di uno scontro a fuoco. “Durante tutta l’operazione sapevamo che erano armati – spiega il portavoce militare Peter Lerner – hanno aperto il fuoco, noi abbiamo risposto e sono rimasti uccisi nella sparatoria”. Mentre tre membri della famiglia di Qawasmeh sono stati arrestati. “Il terrorismo non paga, non paga rapire israeliani, alla fine verranno sempre presi”, ha detto ancora Lerner insistendo sul fatto che i due palestinesi uccisi avessero legami con Hamas.
Eyal Yifrah, di 19 anni, Gilad Shaar, di 16 anni, e Naftali Fraenkel, di 16 anni, erano stati rapiti il 12 giugno scorso mentre stavano facendo l’autostop alle porte di un insediamento a sud di Gerusalemme. Si ritiene che siano stati uccisi nel cofano di un’auto e i loro corpi sono stati trovati in un campo a nord di Hebron tre settimane dopo. In risposta al loro rapimento, mentre le forze di sicurezza israeliana conducevano arresti di massa in Cisgiordania durante le ricerche dei tre ragazzi, estremisti ebraici hanno ucciso un teenager palestinese. Gli incidenti hanno provocato una ripresa massiccia dei lanci di missili da Gaza e l’escalation della risposta israeliana in un nuovo conflitto durato 50 giorni, in cui oltre 2100 palestinesi e 70 israeliani sono stati uccisi.