Proteste e scontri si sono verificati a Cayenne, nella Guyana francese, poco dopo l'arrivo di Emmanuel Macron per una visita di due giorni nei territori d'oltremare. Tafferugli fra polizia e manifestanti, molotov contro un commissariato e cinque persone fermate, questo il bilancio finora dei disordini.
Il presidente è arrivato nel pomeriggio di giovedì a Cayenne e si è trasferito subito a Maripasoula per l'inaugurazione di un collegio. Durante questa cerimonia, ha risposto ai giornalisti dichiarando subito di non essere venuto nei panni di “Babbo Natale“, poiché “i cittadini della Guyana non sono dei bambini”. “Sono qui con idee ambiziose per la Guyana – ha detto il titolare dell'Eliseo commentando le attese dei locali per l'applicazione del piano d'emergenza firmato ad aprile e l'esame della richiesta di 2,1 miliardi di euro di ulteriori aiuti – ma non sono venuto a fare promesse. Quell'epoca è finita” Le dichiarazioni hanno subito scatenato critiche e, a Cayenne uno dei collettivi dei manifestanti si è subito riunito in strada per una manifestazione pacifica. Dopo aver chiesto un incontro con il capo dello Stato, i manifestanti – alcune migliaia – si sono radunati sotto la prefettura.
I servizi della presidenza hanno proposto un appuntamento ma i manifestanti hanno rifiutato, chiedendo di essere ricevuti immediatamente da Macron. La tensione è salita, la polizia ha lanciato lacrimogeni, quindi squadroni di gendarmi si sono dispiegati in tutta la città. Nella piazza principale, la place des Palmistes, giovani con il passamontagna hanno cominciato a lanciare molotov e a dare fuoco ai cassonetti. Contro il commissariato locale e i gendarmi è stato lanciato di tutto, ci sono state cariche e cinque persone sono state fermate dalle forze dell'ordine.
Il presidente francese dovrebbe fare annunci riguardanti la lotta all'immigrazione illegale e all'insicurezza. In Guyana il tasso di omicidi è 10 volte superiore rispetto a quello della Francia metropolitana.