Finisce il soggiorno in carcere di Carles Puigdemont. L'ex presidente della Catalogna, dopo aver pagato la cauzione da 75 mila euro chiesta per l'accesso alla libertà vigilata, è stato infatti rilasciato su ordine del procuratore generale tedesco.
La lotta continua
Secondo quanto riferito dall'ufficio del procuratore, il leader separatista ha anche fornito un indirizzo dove risiederà in attesa della decisione sulla sua estradizione. Uscendo dal carcere, Puigdemont ha chiesto la liberazione immediata di 9 leader indipendentisti in carcere. “E' una vergogna avere detenuti politici in Europa”. L'ex president ha poi voluto ringraziare tutti per “per l'aiuto e la solidarietà“. La democrazia in Spagna, ha aggiunto, “è in pericolo”. La sua battaglia, ha spiegato, non è finita. “Continuiamo più forti e decisi che mai ha detto, esortando ad avere “coraggio” per arrivare alla “vittoria” in modo “non violento“. Per Puigdemont “la strada è lunga ma un solo finale è possibile, è la nostra vittoria”. Puigdemont si è quindi rivolto al governo di Madrid, chiedendo di “avviare un dialogo in Catalogna”.
Parla Katainen
Della crisi catalana ha parlato il vice presidente della Commissione Ue, Jyrki Katainen, rispondendo alle domande degli studenti dell'università “Bocconi” di Milano. “Nella valutazione della questione catalana sono tre i principi imprescindibili; lo stato di diritto, la democrazia e i diritti umani” ha spiegato. “Si potrebbe pensare anche che la Catalogna diventi indipendente ma fino a quando fa parte della Spagna non ci son altre vie se non il rispetto della Costituzione spagnola“, ha ribadito. “Questo è il modo in cui la Commissione Ue vede la questione – ha aggiunto -. Spero che i cittadini capiscano che lo stato di diritto è lo stato di diritto e la democrazia è il modo in cui si cambiano le leggi. Non potete prendere solo una parte del pacchetto”.