Sta collaborando con il Brasile sul caso Petrobas il ministero pubblico della Confederazione (Mpc) svizzero, che sta conducendo nove inchieste penali per il riciclaggio di denaro in relazione allo scandalo di estesa corruzione che vede coinvolto il colosso brasiliano del petrolio. La Procura federale ha ora dissequestrato valori patrimoniali per oltre 120 milioni di dollari, sui circa 400 milioni bloccati in Svizzera, per rimpatriarli nel Paese latinoamericano, indica una sua nota diramata oggi. I soldi, presumibilmente usati per pagare le tangenti oggetto delle indagini in Brasile, ora saranno destinati āa favore dei danneggiatiā. Il dissequestro, si legge nella nota, ādimostra la risolutezza con cui la Svizzera vuole lottare contro lāabuso della sua piazza finanziaria per scopi criminaliā.
In occasione di una visita di lavoro di due giorni a Brasilia, il procuratore generale Michael Lauber e il suo omologo latino Rodrigo Janot, hanno esaminato le possibilitĆ di un reciproco sostegno nei procedimenti penali in corso nella vicenda Petrobas. Intanto lāufficio di comunicazione in materia di riciclaggio di denaro (Mros), ha inoltrato allāMpc circa 60 segnalazioni di sospetto riciclaggio legati agli atti di corruzione inerenti alla compagnia parastatale Petrobas. Dei nove procedimenti aperti dallāaprile 2014, otto sono diretti contro altrettanti cittadini brasiliani e uno contro ignoti.
Finora, comunque, sono emersi piĆ¹ di 300 conti presso oltre 30 istituti bancari in Svizzera, e i beneficiari economici della maggior parte delle relazioni bancarie intestate a societĆ di sede ā scrive lāMpc ā sono dirigenti di Petrobas, manager di imprese fornitrici, intermediari finanziari e, direttamente o indirettamente, imprese brasiliane o estere che hanno pagato tangenti. La Procura federale ha bloccato valori patrimoniali depositati in Svizzera per un valore complessivo che ammonta a circa 400 milioni di dollari.
Lo scandalo, che finora ha coinvolto una cinquantina di politici indagati, ĆØ scoppiato quando alcuni ex manager della compagnia petrolifera brasiliana hanno ammesso di aver collaborato con politici per ricevere tangenti da contrattori del settore privato in cambio di affari.