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Scandalo molestie a Westminster:
trema il governo May

Non sono casi isolati ma un vero e proprio scandalo quello che rischia di coinvolgere il governo di Theresa May. La bufera molestie è frutto di un dossier compilato da ricercatrici e ricercatori parlamentari che punta il dito contro quasi una cinquantina di onorevoli, in larga parte d'affiliazione Tory, inclusa una fetta rilevante dell'esecutivo: ben 15 fra ministri e sottosegretari d'un gabinetto guidato per di più da una donna. Lo studio, intitolato con amara ironia “Parlamentari ad alta libido“, è già finito sotto gli occhi del Times. Tra i nomi eccellenti, secondo quanto riportato dal Mail online, ci sarebbe anche quello di Damian Green, numero due dell'esecutivo britannico, associato, fra l'altro, al noto sito per scambisti Ashley Madison.  

Paura

La bomba, insomma, è pronta a detonare e altri giornali, come il progressista Guardian, raccontano già di un clima di “paura” all'interno del tempio della politica del Regno di fronte alla prospettiva che vengano alla luce “nuove sconcezze” e soprattutto che cada per molti la protezione dell'anonimato.

Il dossier

Nel documento, sottolinea il Times, compaiono di sicuro i nomi del sottosegretario Mark Garnier, quello che ha ammesso – fra le altre cose – d'aver regalato sex toys non richiesti a una collaboratrice, e dell'ex ministro ed ex candidato leader conservatore Stephen Crabb, autore recidivo di sms sconci inviati in ultimo a un'aspirante stagista 19enne. Ma si tratta a quanto pare solo della punta dell'iceberg. Il totale dei parlamentari del partito al potere tirati in ballo potrebbe infatti salire appunto fino a 40. E 15 di questi sembra abbiano un ruolo nell'esecutivo: cosa che se confermata minaccia di dare alla già zoppicante compagine di May l'immagine d'un governo infestato di “mani lunghe“. I laburisti sospettati sono invece “solo” quattro, ma con due ex ministri ombra. Nella pagine del fascicolo si parla di almeno 25 fra assistenti parlamentari e collaboratori – donne e anche alcuni uomini – vittime di “comportamenti impropri“. E addirittura di 37 esponenti politici molestati da colleghi attraverso approcci insistenti, proposte di relazioni extraconiugali, abusi.

Lo scandalo

Episodi di natura e gravità diversa, all'apparenza, legati tuttavia da un filo conduttore di mancanza di rispetto, prevaricazione, arroganza del potere. Si va dal misterioso “ministro di alto rango” di cui si racconta l'abitudine ad “allungare le mani durante i party” tanto di meritarsi la nomea di “cop-a-feel” (espressione gergale – usata anche dall'ex presidente americano George Bush senior – che sta per 'dare una palpatina'); al vecchio battitore libero Tory descritto come “perennemente assatanato e molto inappropriato con le donne”; fino a un suo compagno di partito accusato d'essere riuscito a imporre a una ricercatrice sua vittima una sorta di patto del silenzio. Un campionario di obbrobri, a dar credito alle accuse, di cui May almeno qualcosa sembra abbia saputo, grazie ai rapporti quotidiani del suo capogruppo. Ma che ha preferito lasciare sotto il tappeto o magari sfruttare a suo vantaggio, sospettano i detrattori, scettici ora sull'impegno a far piazza pulita dei sospetti contenuto in una lettera della premier allo speaker della Camera dei Comuni, John Bercow, in cui si definisce “intollerabile” lo scandalo. Uno scandalo che getta “discredito su Westminster” fa eco la ministra Andrea Leadsom, in un aula non proprio affollata, promettendo misure più incisive sui controlli e per la tutela di che denuncia. Mentre Harriette Harman, ex leader ad interim del Labour e campionessa riconosciuta delle pari opportunità, fustiga l'omertà diffusa e “un'atmosfera di sfottò squallidi”. 

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