La talpa di LuxLeaks è stata incriminata: il presunto autore della fuga di notizie che ha portato alla luce gli accordi fra grandi multinazionali e il Lussemburgo, sarebbe stato accusato di furto, violazione del segreto professionale e riciclaggio di denaro. A riferirlo è la procura del Granducato, che non ha però reso note le generalità della gola profonda.
Lo scandalo Luxleaks, risalente al 2012, ha portato nella bufera il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, ex premier del Lussemburgo: tutto era nato da una denuncia contro ignoti che la società di revisione Pwc del Lussemburgo aveva presentato nel giugno 2012. L’azienda, infatti, aveva scoperto, grazie a un servizio televisivo di France 2, di aver subito un furto di documenti.
Il servizio televisivo ha svelato tutti gli accordi fra il Paese e le filiali di multinazionali, che evadevano regolarmente le tasse grazie alle coperture politiche garantite. Tra le società che hanno firmato accordi con il Granducato per ridurre drasticamente le imposte da pagare ci sono colossi come Apple, Ikea e Pepsi.
Il caso chiama in causa direttamente Jean Claude Juncker, presidente della Commissione Ue, che ha ammesso di essere stato danneggiato dalle rivelazioni della gola profonda: anche se i fatti risalgono a 4 anni fa, lo scandalo è emerso nel mese scorso, proprio pochi giorni dopo l’insediamento del politico lussemburghese.
Secondo il quotidiano del Granducato “Wort”, l’uomo accusato di aver organizzato la fuga di notizie sarebbe un ex impiegato francese della PwC Luxembourg, che avrebbe copiato dati e documenti riservati per quasi due anni senza essere notato. Il sospettato, che vive tuttora in Francia, è stato interrogato per diverse ore dai magistrati ed è a piede libero.