Zineb El Rahzoui, una delle firme di Charlie Hebdo ānonchĆ© volto della lotta allāintegralismo islamico ā potrebbe essere messa alla porta dal settimanale satirico. Questa sembra essere lāennesima prova del malessere che sta vivendo la redazione dopo gli attacchi di gennaio, malgrado lāondata di solidarietĆ che lāha investita in seguito, morale ma anche finanziaria, per le donazioni e il boom delle vendite.
El Rahzoui ĆØ una sociologa e giornalista franco-marocchina. Nel suo paese dāorigine ĆØ stata una coraggiosa oppositrice al regime. Ć stata assunta dal settimanale satirico nel 2011, quando iniziĆ² a seguire le primavere arabe, con diversi reportage. Ha scritto anche il soggetto di āLa vita di Maomettoā, pubblicazione di successo di Charb, il direttore massacrato dai fratelli Kouachi. Ć soprattutto per questo motivo che la El Rahzoui ĆØ entrata nel mirino degli integralisti,Ā costretta a vivere sotto scorta. Ebbene, nei giorni scorsi ha ricevuto una convocazione da parte della direzione in vista del suoĀ licenziamento āper grave errore professionaleā.
La donna non ha perso tempo e ha annunciato la novitĆ ai media francesi. Il problema ĆØ che non si capisce cosa sia questo āerroreā. La direzione di Charlie Hebdo non ha voluto commentare parlando di una āprocedura internaā. āSono sotto schock perchĆ© questa direzione ha beneficiato di un tale sostegno dopo gli attentati di gennaio ā ha continuato la El Rahzoui ā e dĆ prova di cosƬ poco sostegno nei confronti di una sua dipendente, che ĆØ sotto pressione come il resto della squadraā.
La donna fa parte di una lunga lista di dipendenti che avevano firmato una petizione pubblicata daĀ Le MondeĀ a fine marzo, dove si chiedeva di “rifondare” Charlie Hebdo eĀ si contestava lāutilizzo della manna finanziariaĀ (oltre 15 milioni di euro) ricevuta dal settimanale sotto forma di donazioni o di boom di vendite dopo gli attentati. “I nostri azionisti ritengono che quel denaro appartenga a loro. Molti tra di noi, invece, pensano che il loro utilizzo debba essere deciso in maniera democratica”,Ā ha dichiarato qualche giorno fa aĀ La StampaĀ Patrick Pelloux, medico urgentista e altra firma di Charlie Hebdo, che ha sottoscritto la petizione.
Ā Lo stesso Luz, uno dei disegnatori piĆ¹ conosciuti di Charlie, autore della copertina pubblicata subito dopo il massacro, fa parte dei “frondisti” e ha da poco annunciato che non farĆ piĆ¹ caricature su Maometto.Ā Nel mirino delle polemicheĀ ci sonoĀ lāattuale direttore, succeduto a Charb, il disegnatore Riss, che ha il 40% del capitale, e il direttore finanziario Ćric Portheault, che detiene il 20%. Il restante 40% ĆØ nelle mani dei familiari di Charb, ancora estremamente scossi per la sua scomparsa.