Torna a salire la tensione fra Mosca e Kiev per la Crimea, dopo i movimenti di truppe registrati sui confini dei due Stati. Mercoledì scorso il Presidente russo Vladimir Putin aveva accusato l’Ucraina di aver tentato un’incursione nella penisola, annessa da Mosca dopo il controverso referendum del 16 marzo 2014. “Si tratta di una notizia estremamente preoccupante. Infatti i nostri servizi di sicurezza sono riusciti ad ostacolare un’incursione nel (nostro) territorio ad opera di una squadra di sabotatori del ministero della Difesa ucraino” aveva dichiarato il presidente russo accusando le autorità di Kiev di “agire come terroristi”.
Ieri sera la replica del presidente ucraino Petro Poroshenko che ha disposto “l’allerta massima”, per prepararsi al combattimento, per tutte le unità militari al confine con la Crimea e nel Donbass. Ne ha dato notizia lo stesso Poroshenko su Twitter. Le accuse del Cremlino sono “fantasie” nonché “un pretesto per ulteriori minacce militari contro l’Ucraina”, ha twittato il presidente. “La Russia accusa l’Ucraina di terrorismo nella Crimea occupata nello stesso modo insensato e cinico col quale sostiene che non ci sono truppe russe nel Donbass”, ha aggiunto Poroshenko.
La Nato è preoccupata per l’aumentare della tensione tra Russia e Ucraina e sta monitorando la situazione; lo riferiscono funzionari della Nato. Intanto, della delicata questione “Crimea” se ne occupa il Consiglio di sicurezza dell’Onu che si riunisce d’urgenza su richiesta di Kiev. “Siamo pronti ad affrontare nuovi sviluppi provocatori e quando verrà superato un certo punto, chiederemo la convocazione del Cds”, aveva anticipato sempre mercoledì l’ambasciatore ucraino all’Onu, Volodymyr Yelchenko parlando ai giornalisti.