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Sale a 38 morti e 155 feriti il bilancio degli attentati a Istanbul

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Si aggrava con il passare delle ore il bilancio dei due attentati avvenuti a Istanbul nella tarda serata di sabato. Un comunicato dell’ufficio del governatore di Ankara parla di 38 vittime, tra cui 7 civili, e 155 feriti. Alle 22.29 un’autobomba è stata fatta saltare in aria nei pressi dello stadio del Besiktas, la Vodafone Arena, dove da un paio d’ore si era conclusa la partita tra la squadra di casa e il Bursaspor. L’obiettivo dei terroristi erano gli agenti in tenuta antisommossa che si trovavano a bordo di un autobus per garantire la sicurezza nei pressi dell’impianto sportivo. Un minuto più tardi un kamikaze si è fatto esplodere vicino a Macka Park. La maggior parte delle vittime, 27, sono poliziotti. Le immagini mostrate dalla tv turca hanno mostrato veicoli danneggiati e diversi caschi della polizia a terra. Il Bursaspor ha reso noto che nessuno dei suoi supporter è rimasto coinvolto negli attacchi. Il ministro dello sport Akif Cagatay Kilic ha parlato di “crudele attentato terroristico, che vuole minacciare l’unità della nazione”.
Il governo turco ha imposto il silenzio stampa sulla vicenda. Tuttavia la pista più accreditata è quella che porta al gruppo curdo Tak, nato da una scissione del Pkk. Non si esclude ancora che dietro gli attentati ci sia la mano dell’Isis o del Pkk ma sembrano ipotesi meno plausibili. Nel primo caso perché il califfato non avrebbe atteso il deflusso dei tifosi per fare una strage di dimensioni maggiori e nel secondo perché l’area di “operazioni” del Pkk è da sempre l’area sud orientale della Turchia. Il Tak ha invece da sempre nel mirino le forze dell’ordine e aveva già colpito in passato ad esempio ad Ankara. Il presidente Erdogan, in un comunicato, ha sottolineato come gli attentati siano avvenuti proprio nel giorno in cui è iniziata la discussione in Parlamento sulla riforma costituzionale che porterà il Paese verso una Repubblica presidenziale come ha sempre voluto l’uomo forte del regime. Gli attentati sono i primi dopo il presunto golpe di qualche mese fa. “purtroppo abbiamo martiri e feriti – ha detto Erdogan – Quando la Turchia fa un passo positivo verso il futuro, la risposta delle organizzazioni terroristiche è il sangue, la brutalità, il caos. Il Pkk, Daesh, Feto (la presunta rete golpista di Gulen, ndr) e tutte le organizzazioni terroristiche attaccano il nostro Paese e la nostra nazione con lo stesso scopo”. Il presidente ha rinviato la partenza per il Kazakistan dove si sarebbe dovuto recare in visita ufficiale mentre per oggi è stato dichiarata una giornata di lutto nazionale.

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