Hassan Rouhani si è recato nella provincia di Kermanshah per vedere di persona i danni del terremoto che ha colpito la regione al confine con l'Iraq e offrire sostegno alle popolazioni colpite. “E' un dolore per tutti gli iraniani”, ha affermato il presidente iraniano in una dichiarazione pubblicata sul sito della presidenza, “rappresentando la nazione iraniana, offro le mie condoglianze alla gente di Kermanshah, e dico loro che tutti noi li sosteniamo”. Il ministro degli esteri Javad Zarif ha ringraziato i Paesi che hanno offerto aiuto ma ha scritto su Twitter: “Per il momento, ce la facciamo con le nostre risorse“.
Bilancio
Sale ancora, intanto, il numero delle vittime. Secondo l'agenzia statale i morti sarebbero 530, mentre i feriti 7.370. Oltre la metà delle vittime si registrano nella città di Sarpol-e Zahab, a maggioranza curda. L'unico ospedale presente in città è stato danneggiato dal terremoto.
Soccorsi
La Guida suprema iraniana, Ali Khamenei, ha ordinato l'immediata mobilitazione di tutte le forze disponibili per aiutare le popolazioni colpite. Nei soccorsi sono impegnati anche i Guardiani della Rivoluzione e membri delle milizie Basiji. Da Teheran sono arrivate unità cinofile dei vigili del fuoco. Ma alla televisione alcuni residenti si sono lamentati della lentezza delle operazioni. Sui siti e social media iraniani, inoltre, crescono gli interrogativi sulla differenza nel numero delle vittime in Iran e in Iraq. Secondo alcune testimonianze, tra gli edifici crollati ve ne sarebbero alcuni costruiti durante il governo del presidente ultraconservatore Mahmud Ahmadinejad nell'ambito di un programma di edilizia popolare a costi contenuti.
Aiuti
Anche l'Italia si è mobilitata per partecipare ai soccorsi. Il ministro degli Esteri Angelino Alfano ha detto che nelle prossime ore partirà da Brindisi con destinazione Suleimaniya, in Iraq, un volo umanitario della Cooperazione Italiana con un carico di 12 tonnellate di aiuti. Anche la Turchia sta inviando aiuti, in particolare alle popolazioni curde irachene, nonostante le tensioni con le autorità locali seguite al referendum sull'indipendenza del settembre scorso. L'Iran è attraversato da diverse faglie che provocano frequenti terremoti. Il più grave dei tempi recenti fu quello di Bam, che nel dicembre del 2003 provocò 26.000 morti.