Il ritiro degli Stati Uniti dall'accordo sul nucleare è “illegale“. Lo ha ribadito il presidente iraniano Hassan Rohani, spiegando che ora la palla per il mantenimento dei rapporti con Teheran è “in campo europeo”.
Il messaggio
“La Repubblica Islamica non ha mai cercato tensione nella regione e non vuole problemi nei corsi d'acqua di interesse globale – ha scritto in un comunicato pubblicato sul suo sito web – ma non rinuncerà facilmente ai suoi diritti di esportare petrolio“, ha scritto il presidente iraniano riferendosi allo stretto di Hormuz, da dove passa un terzo della fornitura mondiale di petrolio.
Lo stretto
Dopo aver ritirato Washington dall'accordo sul nucleare firmato nel 2015, l'8 maggio, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha reimposto le sanzioni contro Teheran e ha concesso dai tre ai sei mesi alle aziende che operano nel Paese sciita per ritirare i propri investimenti se non vogliono subire misure punitive che ne limitino l'accesso al mercato statunitense. Le sanzioni entreranno in vigore in due fasi, prima ad agosto e poi a novembre e questo danneggerà l'economia iraniana e metterà un freno al suo sviluppo, in particolare del settore petrolifero, quello da cui Teheran riceve le maggiori entrate. Per tutta risposta, negli ultimi mesi, Teheran ha minacciato di chiudere lo stretto.
Relazioni complicate
Oggi, l'ammiraglio Hossin Khanzadi, comandante della Marina iraniana, ha detto che i militari aspettano “solo l'ordine del Leader della rivoluzione islamica” per chiudere questo fondamentale passaggio.
Trump si è detto disposto a trattare con l'Iran “senza precondizioni“, ma nella notte Hamid Aboutalebi, un consigliere di Rohani ha scritto su Twitter che ogni colloquio con gli Stati Uniti dovrebbe iniziare con una riduzione delle ostilità e un ritorno all'accordo sul nucleare.