Sempre più alta la tensione tra Iran e Arabia Saudita dopo le improvvise dimissioni del premier libanese Saad Hariri, vicino a Riad, e l'inasprimento delle violenze in Yemen, dove miliziani filo-iraniani combattono contro una coalizione a guida saudita. Hassan Rouhani ha affermato che “l'Arabia Saudita conosce la nostra forza che è maggiore della sua, e non può fare niente contro l'Iran”. Riad da giorni accusa Teheran di interferenze nella regione mediorientiale, in particolare in Libano e in Yemen. “Noi vogliamo la stabilità e la sicurezza nell'area”, ha detto Rouhani, parlando oggi di fronte al consiglio dei ministri.
Nei giorni scorsi il lancio di un missile da parte dei ribelli yemeniti Houti (vicini all'Iran) contro il suo aeroporto internazionale ha portato Riad a parlare di “atto di guerra“. Il regno saudita è convinto che il razzo sia stato fabbricato in Iran. Accusa che i rivali hanno prontamente respinto. L'ambasciatrice americana al Palazzo di Vetro, Nikki Haley, ha spiegato che l'Arabia ha reso note informazioni su un altro vettore balistico sparato dagli Houti lo scorso luglio, che sarebbe un Qiam iraniano. Così facendo, ha proseguito la diplomatica Usa, Teheran ha violato le risoluzioni 2216 e 2231 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. “Incoraggiamo l'Onu a prendere le misure necessarie perché il regime iraniano sia responsabile per le sue violazioni”, ha affermto Haley. “L'Iran ha ignorato completamente i suoi obblighi internazionali fornendo queste armi alle milizie Houthi in Yemen”, ha precisato precisa, sottolineando l'impegno degli Stati Uniti “a contenere le azioni destabilizzanti di Teheran”. “Non chiuderemo gli occhi di fronte a queste gravi violazioni”.
Secondo Human Right Watch, fra l'altro, il lancio del missile balistico potrebbe essere un crimine di guerra. Il lancio “contro un aeroporto principalmente civile è un apparente crimine di guerra”, sostiene Sarah Leah Whitson, direttrice della sezione Medio Oriente. “Ma questo attacco illegale non è una giustificazione per l'Arabia Saudita per esacerbare la catastrofe umanitaria in Yemen, restringendo ulteriormente aiuti e accesso al Paese”.