Israele “chiede con forza di ricominciare il negoziato diretto con la controparte politica palestinese. Ogni altro modo non porterĆ pace e tranquillitĆ nella regione. Senza tornare al tavolo dei negoziati non ĆØ possibile continuare a vivere come vicini”. A parlare ĆØ il presidente israeliano, Rivlin, accolto ieri dalla comunitĆ ebraica di Roma presso il Tempio Maggiore della Capitale. Il negoziato – ha aggiunto – deve “essere aperto, con ascolto reciproco e rispettare la sicurezza di entrambe le parti. Questa ĆØ l’unica strada possibile”.
Rivlin ha poi proseguito il suo intervento spiegando anche che l’invito rivolto agli ebrei, di andare a vivere in Israele, non ĆØ una questione politica, nĆ© un modo per mettere in discussione il loro diritto di vivere da eguali in qualunque altro Paese. “Siamo felici per ogni ebreo che decide di prendere parte attiva dello Stato ebraico, uno Stato democratico ed egualitario che rispetta cristiani, musulmani, circassi e drusi”.
Infine, parlando della questione del nucleare, Rivlin ha sottolineato che l’accordo con l’Iran ĆØ un segnale di allarme. “Il fatto che finanzi il terrorismo in Libano, Siria, Iraq e Yemen significa che l’Iran ĆØ una minaccia non solo per Israele ma per tutto il mondo. Un vero cambiamento – ha concluso – non puĆ² accadere in un attimo, la disponibiltĆ alla pace deve essere provata giorno per giorno, non con il rifiuto dell’esistenza di Israele e il sostegno al terrorismo”.
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