E'durata poco più di un anno la permanenza degli Usa nel Global compact on migration, l'accordo Onu per una migrazione sicura. Una scelta di Donald Trump il quale, attraverso la delegata degli States alle Nazioni Unite, Nikki Haley, ha fatto sapere che la dichiarazione “è incompatibile” con le sue politiche per l'immigrazione e per i rifugiti, oltre che “con i principi dell'amministrazione”. Su questo punto, la portavoce della Casa Bianca è stata piuttosto chiara: “'Le nostre decisioni sull'immigrazione devono essere sempre prese dagli americani e solo dagli americani''. Una decisione che arriva a sole 24 ore dal vertice mondiale di Puerto Vallarta, in Messico, dove si parlerà (tra il 4 e il 6 dicembre) per l'appunto di migrazioni sicure e regolate e al quale parteciperanno le principali organizzazioni internazionali per i diritti umani.
L'annuncio di Haley
L'ennesima controtendeza dell'attuale presidente statunitense rispetto al suo predecessore, Barack Obama, fra i principali sostenitori dell'accordo firmato nel settembre 2016. Un piano, quello concordato allora, da definire entro il 2018 per una migrazione sicura, ordinata e regolare. L'intesa tuttavia, chiamata peraltro Dichiarazione di New York, conterrebbe ''disposizioni che non sono in linea con le politiche americane – ha precisato Haley -. Per questo il presidente Trump ha deciso che gli Stati Uniti metteranno fine alla loro partecipazione al processo''. In sostanza, ha concluso la portavoce della Casa Bianca, ''saremo noi a decidere come meglio controllare i nostri confini e chi sarà autorizzato a entrare nel nostro Paese. L'approccio globale della Dichiarazione di New York non e' semplicemente compatibile con la sovranita' americana''.
Terzo strappo
Al momento della stipula dell'accordo, avevano firmato 193 Paesi concordi sull'obiettivo di un significativo miglioramento nella gestione delle politiche migratorie. Sulla base della Dichiarazione di New York, inoltre, l'alto commissario dell'Onu per i rifugiati era stato incaricato di redigere un Patto mondiale a tema, concretizzatosi nel Global compact. Ora lo strappo americano, il secondo in pochi mesi: nemmeno un anno fa le remore sugli Accordi di Parigi e la ventilata fuoriuscita Usa dall'intesa sui cambiamenti climatici; a ottobre, invece, Trump aveva annunciato la sua intenzione di lasciare l'Unesco a partire dal 2019, tacciando l'organismo di pregiudizi anti-israeliani.