Dopo i vari ammonimenti e i ripetuti richiami, la Commissione europea ha deciso di aprire formalmente la procedura di infrazione contro la Polonia. La decisione era stata presa già lo scorso 26 luglio, ma la misura è stata avviata dopo che ieri la Gazzetta ufficiale polacca ha pubblicato la legge sui tribunali ordinari. Le autorità polacche hanno ora un mese di tempo per rispondere ai rilievi sollevati nella lettera di notifica.
Le motivazioni dell’Ue
La Commissione Ue ha pubblicato sul suo sito i motivi per cui ha deciso di intraprendere l’azione contro la Polonia. La riforma, si legge, introduce “una discriminazione per genere con il pensionamento delle donne magistrato a 60 anni e degli uomini a 65. Questo è contrario all’articolo 157 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFEU) e alla direttiva 2006/54 sull’eguaglianza fra i generi sul luogo di lavoro”. Nella lettera, Bruxelles esprime anche le proprie preoccupazioni sull‘indipendenza dei magistrati per la parte in cui si affida al ministero della Giustizia “la discrezionalità sul prolungamento del mandato per chi ha raggiunto i limiti dell’età della pensione e della nomina e della revoca dei presidenti di tribunale”. E questo contrasta con l’articolo 191 del Tfeu e con il 47 della Carta Europea dei Diritti Fondamentali”.
Cosa accadrò ora
Dopo aver ricevuto la lettera formale di notifica, la Polonia ha a sua disposizione un mese di tempo per rispondere alla Commissione europea. Dopo l’esame della replica polacca, o nel caso non venisse trasmessa nessuna risposta nei termini previsti, la Commissione europea può decidere di emettere un parere motivato. Azione che aprirebbe la strada al secondo passo della procedura di infrazione.