Continua la crisi in Afghanistan e malgrado siano passati tre mesi dal voto di ballottaggio, i risultati ancora non sono stati ufficializzati. Dopo l’ennesimo riconteggio, effettuato a causa del sospetto di brogli tra i due candidati Ghani e Abdullah, infatti, fonti interne alla Commissione elettorale indipendente (Iec) affermano che ad aver trionfato nel secondo turno sarebbe l’ex ministro delle Finanze Ashraf Ghani Ahmadzai, con 800mila preferenze di margine sull’ex ministro degli Esteri Abdullah.
Un primo risultato non ufficiale di una vittoria di Ghani era stato respinto un mese fa dal candidato avversario, che aveva preteso un nuovo controllo. Risultati certi si avranno solo nei prossimi giorni, ma appare al momento che lo stallo non sia stato superato.
Qualora questa stasi continuasse, l’Afghanistan rischierebbe una nuova guerra civile tra clan e tribale in quanto, alcuni giorni fa, il governatore della provincia di Balkh Atta Mohammad Noor ha minacciato la rivolta e la formazione di un governo parallelo nel caso in cui ad Abdullah venisse negata la vittoria.
La nuova crisi non poteva capitare in un momento peggiore, visto che alla fine del 2014 gli Stati Uniti ritireranno le forze della Nato dal paese e sul territorio resteranno solo 10.000 soldati, che si ridurranno ulteriormente dalla metà alla fine del 2015 per poi diventare 1000 al termine del 2016. Anche se, al momento, tutto è ancora da definire – visto che Karzai si è rifiutato di firmare l’accordo tecnico con la Casa Bianca rimandandolo al nuovo presidente. Un presidente che ancora tarda ad essere annunciato.