E’ di almeno 42 morti il bilancio di un raid che ha colpito un barcone carico di profughi somali nel Mar Rosso al largo dello Yemen. Tanti sono, al momento, i corpi recuperati secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite. In un primo momento l’Onu aveva parlato di 31 vittime ma con il passare delle ore il bilancio si è aggravato.
A distruggere l’imbarcazione è stato un elicottero da combattimento. Non si conoscono al momento né l’autore né le motivazioni dell’infame massacro di persone inermi. I ribelli houti, sostenuti dall’Iran, puntano il dito contro la coalizione guidata dall’Arabia Saudita. Prova ne sarebbe il fatto che il raid sia stato compiuto da un Apache (elicottero di fabbricazione americana) nei pressi della baia di Bab al-Mandeb, costantemente sorvolata dai velivoli di Riad. Sul barcone viaggiavano oltre un centinaio di persone che cercavano di raggiungere il Sudan. Ottanta al momento sono stati messi in salvo, mentre i cadaveri sono stati ammassati in una baia della costa.
Intanto l’agenzia ufficiale yemenita Saba ha affermato che due missili, lanciati dai ribelli sciiti Houthi contro una base militare, hanno colpito una moschea uccidendo 22 soldati e ferendone molti altri. La Saba, che è controllata dal governo sunnita riconosciuto a livello internazionale e sostenuto dall’Arabia Saudita, ha precisato che l’attacco è avvenuto mentre era in corso la preghiera del Venerdì nella provincia di Marib, a est della capitale ribelle.
La guerra nello Yemen ha già ucciso più di 10.000 persone e devastato il Paese facendolo precipitare nella peggiore carestia degli ultimi decenni. Si fronteggiano i ribelli sciiti, responsabili della destituzione dell’ex presidente Hadi e che possono contare sull’appoggio dell’Iran, e i sunniti, sostenuti da Riad.