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Raid israeliano: uccisi 7 jihadisti

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Sette presunti terroristi dell'Isis sono morti a seguito dell'attacco aereo condotto dall'aviazione israeliana sulle Alture del Golan. I miliziani avevano superato la linea del cessate il fuoco con la Siria e si trovavano a 200 metri dalla barriera di confine con la zona sotto il controllo d'Israele.

Dinamica

L'esercito israeliano ha riferito su Twitter di aver seguito gli spostamenti del gruppo armato mentre si muoveva nell'area meridionale delle Alture, vicino alla zona demilitarizzata tra Israele, Giordania e Siria. A quel punto è intervenuta l'aviazione. Come ha riferito il portavoce delle forze armate israeliane, Ronen Manelis, i soldati che successivamente hanno perlustrato la zona del raid aereo, hanno rinvenuto i corpi dei terroristi, equipaggiati con kalashnikov, cinture esplosive e quelle che sembrano granate. Si ritiene che appartenessero alla brigata “Martiri di Yarmouk“, un gruppo legato allo Stato islamico. “Le forze di Assad sono attualmente nella fase finale della riconquista del Golan siriano contro i gruppi legati all'Isis. Come risultato, c'è uno sparpagliamento nella zona dei combattenti dell'Isis che scappano dalle aree occupate da Assad“, ha sostenuto Manlis. Un evento non inatteso, ha aggiunto, sottolineando che “le forze d'intelligence monitorano l'area e sono sempre pronte”. Sulla possibilità che i miliziani stessero scappando dalle forze governative siriane o fossero invece intenzionati a compiere un attacco in Israele, il portavoce non si è sbilanciato: “Non possiamo dire in maniera inequivocabile cosa intendevano fare, ma stavano avanzando verso la barriera. Non c'è stata nessuna minaccia, in nessun momento, verso le nostre città o forze”. 

Missione

Intanto, la Russia ha comunicato che, dopo sei anni, sulle Alture del Golan è tornata la missione dei peacekeeper dell'Onu, accompagnata dalla polizia militare russa che, per impedire provocazioni e un'escalation, stabilirà otto posti di osservazione nell'area. Nei giorni scorsi l'inviato del Cremlino per la Siria, Alexander Lavrentiev, aveva annunciato il ritiro delle unità combattenti iraniane a 85 chilometri dalle Alture del Golan, nell'ambito di un accordo tra Russia e Israele.

Lieberman

Uno sviluppo che lascia ben sperare Israele: il ministro della Difesa, Avigdor Lieberman, ritiene che la frontiera con la Siria sarà più tranquilla d'ora in poi. “Dalla nostra prospettiva, la situazione sta tornando a come era prima della guerra civile, cioè c'è un vera direzione, qualcuno responsabile, e un controllo centrale”, ha spiegato. Per poi ribadire che lo Stato ebraico continuerà a non interferire negli affari interni di Damasco, se la Siria assicura che il suo territorio non venga usato come “base iraniana contro Israele” né come “corridoio per il contrabbando di armi verso Hezbollah in Libano”. 

Alberto Tuno: