Nella notte Israele ha condotto un raid contro una fabbrica chimica in Siria. Secondo quanto riportato da media locali e libanesi l’attacco sarebbe stato condotto da 4 aerei dello Stato ebraico, che hanno preso di mira uno stabilimento situato nei pressi della città di Hama, a 200 chilometri da Damasco. Si tratta del “Centro statale di studi e ricerche” che si occupa di ricerca e sviluppo di armi biologiche, chimiche, nucleari e di tecnologia di missili e armi. Nell’attacco ci sarebbero tre feriti.
Alcuni media israeliani hanno sottolineato la concomitanza dei fatti con l‘esercitazione in corso da parte dell’esercito israeliano nel nord del Paese, al confine con Siria e Libano. Si tratta della più grande esercitazione degli 20 ultimi anni. Altre fonti fanno notare che si tratta del del primo raid avvenuto dopo gli accordi sulle zone di de-escalation nel Paese.
L’Esercito siriano, nel confermare il bombardamento di un “impianto militare nei pressi di Masyaf” ha messo in guardia contro le “pericolose ripercussioni di questi atti ostili sulla sicurezza e la stabilità della regione”. Nell’attacco, precisa un comunicato citato dalla Sana, “due soldati sono rimasti uccisi“. “I caccia israeliani hanno sparato diversi missili dallo spazio aereo libanese”. E’ un attacco che “arriva dopo le vittorie contro l’Isis, e mostra il sostegno di Israele ai terroristi”.