Sta diventando un vero e proprio giallo l'intervista rilascita a Future Tv dall'ex premier libanese Saad Hariri, di cui non si avevano più notizie dallo scorso 4 novembre, giorno delle sue dimissioni annunciate dall'Arabia Saudita. Secondo l'Associated Press alcuni passaggi, come pure quella dell'annuncio del passo indietro, mostrano dei punti oscuri, tali da far pensare che non sia stata concessa in piena libertà, come invece affermato esplicitamente da Hariri.
L'uomo misterioso
Ad un certo punto dell'intervista – sottolinea Ap – i suoi occhi sembrano seguire qualcosa o qualcuno in fondo alla sala. La telecamera mostra per un instante un uomo dietro all'intervistatore, che regge quel che appare come un rotolo di carta. L'uomo, di cui non si vede il viso, poi sparisce, ma non prima che la telecamera torni ad Hariri, che sembra fissarlo con un'aria furiosa e disgustata. Dal Libano, qualcuno twitta l'immagine domandandosi se l'uomo non avesse qualche messaggio per Hariri che confermasse eventualmente l'ipotesi che egli sia trattenuto a Riad contro la sua volontà.
La spiegazione
Il premier e l'intervistatrice Paula Yacoubian si accorgono dell'immagine andata in onda, e Hariri si affretta a spiegare, dopo un break, che l'uomo era uno del suo staff che lo stava informando degli ultimi sviluppi in Libano. Il premier è apparso triste e stanco e a tratti trattenere a stento le lacrime lungo una intervista durante più di un'ora, chiedendo spesso dell'acqua, perfino dal bicchiere dell'intervistatrice.
Teso
Ha detto più volte di essere pronto a morire per il Libano come suo padre Rafik, ucciso da un'autobomba a Beirut nel 2005 ma di non volere che i suoi figli vivano lo stesso orrore. Poi, quando gli è stato chiesto come mai non rispondeva a messaggi e telefonate, ha risposto di essere in uno “stato riflessivo” e di non voler essere disturbato perchè molto occupato. Il suo bizzarro atteggiamento ha dato vita a un nuovo hashtag, #UnderPressure, presto diffuso tra quanti non sono convinti che egli sia davvero un uomo libero.
L'intervista
“Sono libero – aveva detto Hariri – e tornerò in Libano presto. Nel giro di pochi giorni”. Il premier aveva spiegato di essersi dimesso per proteggere il suo Paese da un pericolo imminente, sul quale però non ha fornito alcuna precisazione né dettagli. “Mi sono dimesso nell'interesse del Libano perché ho visto che molti sviluppi in atto nella regione stavano nuocendo al mio Paese – aveva dichiarato -. Tornerò molto presto per rassegnare le mie dimissioni seguendo il percorso costituzionale”. E in merito alle speculazioni sul fatto che sia trattenuto a Riad contro la sua volontà, il premier libanese aveva chiarito: “Ho completa libertà in Arabia Sauditae le mie dimissioni sono state una mia decisione per provocare uno choc positivo“.