Ormai è chiaro che la deriva presa dopo il naufragio del tentativo diplomatico di Hanoi sia un parziale ritorno al passato. L'incontro fra Kim Jong-un e Donald Trump, il secondo in meno di un anno, avrebbe dovuto sancire qualcosa di più delle rapide promesse fatte a Singapore, anche per via dei giorni a disposizione (di più) e degli argomenti in ballo (sempre gli stessi ma con 8 mesi di lavoro in mezzo). Invece l'incontro si è chiuso addirittura prima del previsto, Trump ha ripreso l'aereo contrariato dai pochi sforzi fatti da Pyongyang sul tema della denuclearizzazione e Kim è risalito sul treno con l'amaro in bocca per la questione dazi. Uno zero a zero che non ha fatto contento nessuno, anzi, ha portato il leader nordcoreano a coltivare in modo più diretto i rapporti con Putin (incontrato appena un paio di mesi dopo l'incontro di Hanoi di febbraio) e a ricominciare con i test missilistici. Due di fila, in meno di cinque giorni. Il secondo solo qualche ora fa.
Trattative a Seul
Forse un modo per tenere gli Usa sul chi vive o, nondimeno, per far vedere che il discorso dell'escalation missilistica è sempre nell'armadio, pronto a essere tirato fuori. Fatto sta che Pyongyang è tornata a testare missili, non proiettili come avanzato nelle scorse ore dalla Corea del Sud che, dopo un po', si è vista costretta ad ammettere che quelle lanciate da Kusong, nel nord-ovest del Paese, erano testate a corto raggio, che hanno percorso esattaemnte 260 e 270 miglia. Erano due infatti, entrambe indirizzate in direzione est. Il tutto, a quanto pare, nello stesso momento (con lo scarto di qualche ora) in cui un delegato speciale degli Stati Uniti sulla Corea del Nord, Stephen Biegun, si è recato in Corea del Sud, a Seul, per incontrare i vertici del governo e discutere le modalità con le quali riaprire il discorso sulla denuclearizzazione dei vicini e spegnere, in questo modo, le tensioni risalite nelle ultime ore (oltre che negli ultimi mesi, dopo il buco nell'acqua in Vietnam).
Aiuti alimentari
A quanto pare, un capitolo a parte delle discussioni tra Biegun e Seul riguarderà la questione umanitaria. La Corea del Nord, infatti, avrebbe sofferto quest'anno il peggior raccolto da decenni a questa parte: sarà valutata, probabilmente, un'assistenza sul piano umanitario-alimentare, per aggirare almeno in parte le restrizioni dei dazi ma anche, forse, per gettare le basi di un nuovo confronto diplomatico e far tacere (ancora una volta) le fiammate dei tester missilistici.