Il regime di Pyongyang ha respinto con forza le sanzioni varate dal Consiglio di sicurezza dell’Onu lunedì scorso, definendole il “prodotto di una scellerata provocazione“. In una nota rilanciata dalla Kcna, il ministero degli Esteri ha sostenuto che la risoluzione “fabbricata” dagli Usa punta a colpire il suo “legittimo diritto all’autodifesa“. La mossa è “un’occasione per verificare che la strada da noi scelta è assolutamente giusta e rafforza la determinazione a percorrerla a passo più sostenuto senza minime deviazioni fino alla fine della battaglia”.
La reazione nordcoreana è maturata a un giorno dalle sanzioni varate all’unanimità dalle Nazioni Unite in risposta al test di una bomba all’idrogeno, rivendicato da Pyongyang come un successo finalizzato ad armare un missile balistico intercontinentale. Le nuove misure prevedono, tra l’altro, una stretta all’export di petrolio e di raffinati verso la Corea del Nord. Il ministero degli Esteri ha aggiunto che il Nord “raddoppierà gli sforzi per rafforzare la tutela della sovranità del Paese e il suo diritto all’esistenza mettendo in campo un equilibrio funzionale con gli Usa”. Affermazioni che consolidano l’ipotesi che le velleità nucleari e balistiche non saranno abbandonate. Lunedì, prima del Consiglio di Sicurezza, il ministero aveva diffuso una nota in cui prometteva che Washington avrebbe pagato il “prezzo necessario“, “i più grandi dolori e le peggiori sofferenze” in caso di nuove sanzioni.
L’Aeronautica sudcoreana ha, intanto, condotto “con successo” un ciclo di esercitazioni usando per la prima volta i missili avanzati Taurus, in una prova di forza dopo il più potente test nucleare mai condotto dalla Corea del Nord. Le manovre, tenute sulla costa occidentale, hanno visto schierati i jet F-15K che hanno lanciato i missili colpendo a circa 400 km di distanza un target sistemato su un’isola. Una prova, secondo l’Aeronautica, “utile a dimostrare le capacità di risposta di fronte a eventuali provocazioni”.
Le manovre hanno visto l’utilizzo dei missili Taurus di fabbricazione tedesca che secondo l’agenzia Yonhap, con la gittata potenziale di 500 km, possono essere impiegati per attacchi di precisione su target nella capitale nordcoreana Pyongyang, pur se lanciati dalla parte centrale della Corea del Sud. Seul sta procedendo allo schieramento di circa 170 Taurus, parte del piano di difesa ad ampio raggio denominato “Kill Chain“, e ha deciso di importarne altri 90 circa. I primi Taurus sono stati consegnati dalla Germania a ottobre del 2016.