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Puigdemont: “Esiste un'alternativa all'indipendenza”

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Per la Catalogna “un'altra soluzione, diversa dall'indipendenza, resta possibile”. Lo ha detto il presidente catalano destituito Carles Puigdemont, in un'intervista al quotidiano belga Le Soir, ribadendo di “essere sempre per un accordo” con la Spagna. “Sono disposto e sono sempre stato disposto ad accettare la realtà di un altro tipo di relazione con la Spagna”, ha affermato. “Io che sono stato indipendentista per tutta la vita, ho lavorato 30 anni per ottenere un altro ancoraggio della Catalogna alla Spagna”, ha aggiunto, “sono ancora per un accordo”, ha insistito, accusando il Partito popolare del premier spagnolo Mariano Rajoy di essere responsabile dell'ondata di indipendentismo.

Si avvicinano, intanto, le elezioni indette da Madrid dopo la destituzione dell'esecutivo della Generalitat. Il fronte indipendentista che ha governato la Catalogna negli ultimi due anni, si presenterà con tre liste separate dopo il fallimento del tentativo di costituire un listone unico.

La lista di Erc sarà guidata dal Vicepresident Oriol Junqueras, in carcere a Madrid, mentre Puigdemont, in esilio a Bruxelles, sarà il n.1 della “Lista del Presidente” formata attorno al Pdecat e anche la sinistra della Cup correrà da sola.

La crisi catalana e la sensibile crescita del nazionalismo spagnolo che ha innescato vanno a beneficio in Spagna di Ciudadanos, il partito di Albert Rivera sulle posizioni più dure contro l'indipendentismo, secondo un sondaggio Metroscopia pubblicato da El Pais. Se si votasse oggi stando al sondaggio il partito “arancia” salirebbe dal 10,1% ottenuto alle politiche dell'anno scorso e dal 18,6% nel sondaggio di ottobre al 22,7%, al secondo posto alla pari con il Psoe (che aveva fatto il 22,7% alle politiche e ottenuto il 22% nel sondaggio del mese scorso). Il Pp del premier Rajoy rimarrebbe il primo partito spagnolo con il 26,9%, in netto calo rispetto al 33,1% delle legislative. Podemos registrerebbe una flessione con il 14,7%, rispetto al 19,7% ottenuto nel sondggio di novembre, ma in crescita sul 13,1 delle politiche.

Daniele Vice: