In un'intervista a Punt Avui Carles Puigdemont ha ammesso di aver commesso “errori di analisi” nella gestione della crisi catalana. Il presidente destituito, in esilio a Bruxelles, ha detto che pensava che il governo spagnolo avrebbe accettato di aprire negoziati e che l'Ue e la Nato avrebbero frenato la “pulsione autoritaria” di Madrid.
Parole che potrebbero influire sulle prossime elezioni regionali, in programma il 21 dicembre, alle quali il fronte indipendentista si presenterà diviso. Secondo quanto riferito da Tv3, fra l'altro, Jordi Sanchez, presidente dell'Assemblea Nazionale Catalana, una delle principali organizzazioni indipendentiste, in carcere a Madrid da un mese per ordine di un giudice spagnolo e accusato di “sedizione” per le manifestazioni pacifiche di Barcellona del 20 e 21 settembre, sarà il numero due della lista Junts per Catalunya di Puigdemont. Nella lista, riferisce Tv3, si prevede figurino anche ex ministri del Govern Puigdemont, detenuti a Madrid o in esilio a Bruxelles.
Intanto l'ex-capo dei Mossos d'Esquadra Josep Lluis Trapero, destituito dopo il commissariamento della Catalogna da parte del governo di Madrid, è stato assegnato a “compiti amministrativi“. Lo ha detto il ministro degli interni spagnolo Juan Ignacio Zoido. Trapero è stato incriminato dalla giustizia spagnola per presunta “sedizione” per l'operato della polizia catalana durante le manifestazioni pacifiche per l'indipendenza e nella giornata del referendum del 1 ottobre.
La Russia ha, nel frattempo, risposto alle accuse (giunte da Madrid) di presunte interferenze negli affari interni della Spagna, definendole “infondate” e “dannose” per le relazioni bilaterali. “Un simile disprezzo per i fatti oggettivi e accuse basate su fonti dubbie chiaramente non fanno bene alla diplomazia spagnola e non produrranno nulla se non danni alle relazioni russo-spagnole”, ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova citata dalla Tass.